Ogni cammino è unico

Denis e il suo cammino da Porto a Santiago
Oggi parliamo con Denis Casalino, studente del nostro Liceo, che poco più di un anno fa aveva preso parte al Cammino di Santiago con il progetto del Liceo, poi deve averci preso gusto perché durante l’anno ha percorso il Cammino degli Dei, da Bologna a Firenze, e a giugno è tornato sul Cammino di Santiago, non più sul percorso francese, ma seguendo per oltre 250 km, la via che da Porto risale il Nord del Portogallo, costeggiando per lunghi tratti l’oceano Atlantico.
Oggi abbiamo il piacere di intervistarlo, per sapere di più del suo ultimo viaggio.
Ciao Denis, quando ti metti in cammino nel tuo zaino infili qualche oggetto speciale? un portafortuna? o un qualunque oggetto scaramantico?
Prima di partire non ho nessun rituale particolare, tuttavia ritengo un momento importantissimo e molto intimo la preparazione dello zaino. Infatti, mi chiudo in camera e ascolto la mia musica preferita per stare un po’ come me stesso e liberare la mente da pregiudizi e aspettative riguardo al cammino. Inoltre, lo zaino è l’oggetto più importante del viaggio e necessita di una buona organizzazione per essere sicuri di non dimenticare niente da un ostello all’altro (i primi due giorni ho dimenticato la federa del cuscino e l’accappatoio per la fretta…)”
Qual è stato l’incontro più inaspettato che hai avuto, con una persona o anche con un animale?
Sul Cammino ho avuti incontri inaspettati e particolari con diverse persone. Ricordo con particolare piacere l’incontro con Roberto in Portogallo che non era un pellegrino, ma un abitante del posto. In un momento di cammino in solitudine si avvicinò con il suo cagnolone e inizió a raccontarci della sua vita: viaggia e cambia nazione spesso, infatti sapeva parlare fluentemente inglese, spagnolo, italiano e francese, e per vivere scrive libri e scatta fotografie. Dopo una lunga passeggiata fatta insieme ci congedò indicandoci la strada e poco dopo sparì.”
Hai scoperto qualcosa di nuovo su te stesso che non sapevi prima di partire?
Ho scoperto che ogni tanto bisogna staccare la spina dal mondo che ci circonda per comprendere meglio noi stessi e le relazioni che coltiviamo ogni giorno. Tuttavia, partire mi ha fatto capire anche quanto sia duro e doloroso essere lontani dalle persone a cui vogliamo bene quando si trovano in difficoltà e avrebbero bisogno di affetto. Alcune volte ho pensato che sarei voluto tornare indietro per stare con loro, grazie a questo ho compreso di essere una persona che di frequente mette il bene degli altri davanti al proprio senza pensarci troppo.”
Pensi che il cammino abbia cambiato il tuo modo di vedere la vita di tutti i giorni?
Direi una bugia se dicessi di sì in assoluto. Purtroppo, siamo legati ad una società che ogni giorno ci chiede di essere sempre più produttivi senza lasciarci grandi margini di cambiamento sulla nostra routine quotidiana, e questo contrasta lo stile di vita da cammino. Nonostante ciò, il cammino apre la visione su diverse questioni e ci regala il tempo di ragionare su quanto siamo fortunati ogni giorno e su che strumenti utilizzare per guarire dal dolore e superare periodi difficili.
Potessi riassumere la tua esperienza in una sola parola, quale sarebbe e perché?
Il cammino racchiude così tante esperienze e emozioni che è complicato sintetizzare tutto con una parola. Penso che la parola più rappresentativa sia “unico” perché ogni
Cammino è diverso dagli altri
Ringraziamo Denis per avere risposto ai nostri quesiti.
Caterina
