Riccardo – Negli Stati Uniti senza rinunciare all’amore per il Tennis

Riccardo

Oggi abbiamo intervistato Riccardo Slanzi, studente della 5A del liceo scientifico, che pratica tennis con passione e impegno.

Lo scorso anno ha vissuto un’esperienza unica trascorrendo sei mesi negli Stati Uniti, arricchendo il suo percorso di crescita sia scolastica che sportiva.

Com’ è stata l’esperienza di tennis negli Stati Uniti?

Durante i 6 mesi all’estero ho avuto la fortuna di poter continuare a giocare a tennis, che è il mio sport da sempre. Negli Stati Uniti, e in particolare in Montana dove ho vissuto, lo sport è parte integrante dell’ambiente scolastico ed è molto valorizzato. Ho giocato per la squadra della scuola, il che mi ha permesso non solo di allenarmi con costanza, ma anche di partecipare a numerose trasferte e di visitare gran parte dello Stato e non solo. Sicuramente il clima è stata una sfida! In Montana il freddo è intenso: spesso ci allenavamo o giocavamo partite con temperature fino a -27°C, con neve e vento. Però questo ha rafforzato ancora di più lo spirito di squadra. È stato davvero bello far parte di un team formato da compagni di scuola così accoglienti: è un’esperienza che porterò sempre con me. Inoltre sono riuscito a qualificarmi per i campionati statali di tennis (“state”) e ho avuto l’opportunità di confrontarmi con i migliori giocatori del Montana. A livello individuale mi sono classificato sesto nello Stato, mentre come squadra ci siamo posizionati secondi: un risultato che ci ha resi molto orgogliosi.

Qual è stata la sfida più grande nel conciliare scuola e sport?

Non è stato particolarmente difficile, anche perché ero già abituato a farlo in Italia. Tuttavia, devo dire che negli Stati Uniti l’intensità e il numero di ore dedicate agli allenamenti erano maggiori. Finivo le lezioni verso le 15:00 e poi avevamo allenamento dalle 15:30 alle 18:00 ogni giorno, più le partite settimanali e del weekend. La scuola, però, è sempre stata molto comprensiva: ci permettevano di recuperare verifiche e compiti in orari extra scolastici e supportavano gli studenti-atleti in ogni modo possibile.

C’è un atleta da cui prendi ispirazione, anche per l’atteggiamento fuori dal campo?

Sì, il mio punto di riferimento è sempre stato Rafael Nadal. Lo ammiro sia per il suo stile di gioco che per il suo atteggiamento fuori dal campo. Una cosa che mi ha sempre colpito è che, a differenza di molti altri grandi campioni, Nadal non ha mai rotto una racchetta in carriera. Questo dice molto su di lui come persona e rappresenta perfettamente il tipo di atleta che vorrei essere anch’io: rispettoso, corretto e sportivo, dentro e fuori dal campo.

Vedi il tennis come una carriera o come una passione da portare avanti?

Gioco a tennis sin da quando ero piccolo. Amo la competizione, ma non ho mai vissuto questo sport come un lavoro: ho sempre giocato principalmente per il piacere e per la passione che provo. Chissà, magari un giorno cambierò idea…

Nel corso degli anni ho anche provato altri sport: per un periodo ho giocato a padel, e più recentemente mi sono avvicinato al pickleball, molto popolare negli Stati Uniti. Due anni fa, ho partecipato ai campionati nazionali a Torino, ed è stata un’altra bellissima esperienza sportiva.

Ringraziamo Riccardo che ha raccontato come lo sport per lui rappresenti non solo una semplice passione ma una parte fondamentale del suo equilibrio tra studio e vita personale.

Ginevra e Chiara

Ultima revisione il 10-11-2025