Venerdì 10 febbraio, io ed alcuni miei compagni del Liceo del Cossatese siamo partiti per una vacanza studio in Spagna. Lì avremmo passato le mattinate studiando la lingua in una scuola del centro e al pomeriggio ci saremmo dedicati alla scoperta di una città che nessuno di noi aveva mai visto: Valencia.

Per me è stata una scoperta, perché non mi aspettavo che potesse essere così bella e particolare, capace di travolgerci fin dai primi momenti con una miriade di colori. Tra le ceramiche vendute per le strade, le stradine piene di verde, i muri ricoperti di opere di street art e i ristoranti agli angoli delle strade, da cui si poteva sentire un profumo molto invitante, abbiamo avuto la sensazione che la città ci accogliesse a braccia aperte.

Il resto l’hanno fatto le nostre famiglie ospitanti, che si sono sempre impegnate per farci stare il meglio possibile e aiutarci anche a scoprire la cultura e la cucina spagnola con cene pensate e gustose; ma è con le professoresse che ci accompagnavano siamo andati alla scoperta del piatto tipico spagnolo per eccellenza: la paella. Non credo di aver mai mangiato qualcosa di così buono, pieno di sapori, ma allo stesso tempo semplice. Anche noi ci siamo impegnati ad allargare l’esplorazione assaggiando i churros con la cioccolata calda e assaporando la sangria.

In alcune parti di Valencia ho respirato un’aria diversa, rilassata, quella di una città abitata da persone che sanno prendersi del tempo per loro: è accaduto, ad esempio, nelle piazze in cui ti sentivi cullata dal vociare della gente e dalla melodia prodotta da artisti di strada con il violoncello. In altre parti invece ho potuto scoprire ad una Valencia viva, piena di negozi, banche e musei, popolata di ragazzi che correvano all’uscita da scuola e uomini d’affari con la valigetta.

Questa città per me é stata una continua scoperta, non sapevo davvero cosa avrei trovato all’angolo della prossima strada che avrei percorso: ci sarebbe stato un ballerino con il cerchio, oppure un mercato che brulicava di gente? In fin dei conti non importava perché tutto ciò che ho visto mi ha trasmesso quel certo tipo di stupore e di felicità infantile che non provavo da tempo; ero certa che anche la prossima cosa che avrei incontrato non mi avrebbe deluso.

Consiglio a chiunque Valencia, perché è una città che penso mi abbia dato tanto e mi abbia offerto tanto, perciò credo che una volta nella vita sia una città da vedere.

Marta A.