Un’esperienza per rafforzare le lingue conoscendo da vicino un’altra cultura
Una decina di studenti del Liceo Linguistico hanno partecipato al progetto TransAlp che per un mese li ha portati in Francia, a frequentare le lezioni di Licei d’oltralpe.
Nel mese di novembre toccherà a loro, e quindi a tutto il Liceo, ospitare gli studenti stranieri.
In attesa di accogliere i ragazzi francesi sentiamo com’è andato fin qui il progetto secondo tre allieve che sono appena tornate: Melissa Saggion, Emma Depascale e Giada Braga, tutte di 3E
Cos’è e come funziona il progetto a cui hai partecipato?
MS – ED – GB Il progetto ci è stato proposto dalla scuola a metà dell’anno passato. I ragazzi/e che hanno scelto di partecipare sono andati dai primi di settembre per tre o quattro settimane in Francia, ospiti della famiglia di un giovane studente, frequentando per tutto il periodo la sua scuola: a novembre saremo noi ad ospitare i ragazzi francesi che saranno ospitati a casa degli italiani e frequenteranno le nostre classi.
È un progetto fatto apposta per prendere dimestichezza con la lingua, per vivere in prima persona la cultura e le abitudini della Francia e specialmente per vivere un’esperienza nuova.
Il sistema scolastico in Francia è tanto diverso rispetto all’Italia?
MS E’ completamente diverso: stanno a scuola molto più tempo (dalle 08:00 fino alle 17:00) vissuto in maniera differente, in quanto non sei tenuto a fare lezione tutte le otto ore consecutive, ma in base ai corsi di studio che scegli hai un tuo orario personalizzato che prevede anche pause: durante queste pause gli studenti possono andare in caffetteria, in biblioteca oppure stare in giardino, tutti spazi presenti all’interno della scuola.
L’edificio è molto più grande rispetto le scuole italiane, hanno la mensa e anche dei dormitori.
GB La mia scuola era un po’ diversa. Ad ogni cambio c’erano 4 minuti di pausa e ogni 3 ore una pausa di 15 minuti: ho notato che il loro ritmo è molto più lento, si fa praticamente tutto in classe infatti non vengono dati compiti a casa da un giorno all’altro e, tranne il mercoledì, si usciva sempre alle 13.
ED Aggiungerei che secondo me gli studenti hanno molta più libertà e autonomia: per esempio se non hanno lezione possono tranquillamente uscire dall’istituto anche se non sono maggiorenni.
Poi il programma, visto che il liceo dura solo 3 anni, è spartito in modo diverso.
Com’è stata questa esperienza? cosa ti è rimasto? hai avuto qualche insegnamento
MS – E’ un esperienza che rifarei assolutamente perché mi sono trovata a vivere una realtà completamente diversa da quella alla quale ero abituata, dunque mi ha dato l’occasione per mettermi in discussione, di misurarmi con le mie ansie e le mie paure: è, diciamo, un modo per rielaborarle.
Mi è rimasta l’idea che in Italia si mangia sempre meglio: non c’è paragone. Infine, ho imparato a integrarmi e aggiustarmi da sola, contando sulle mie forze e sulle mie capacità, senza l’aiuto di nessuno, cosa di cui prima non mi credevo capace.
ED – Mi è piaciuto tantissimo, mi sono divertita e ho legato con tante persone che spero di rivedere al più presto. L’esperienza mi ha permesso di crescere e maturare.
GB – Quest’esperienza è stata davvero bella soprattutto perché ho legato con tutti i compagni: erano presenti sia ragazzi spagnoli, sia ragazzi italiani. Con i professori mi sono trovata molto bene, anche con quelli delle lingue straniere.
Durante questo mese ho rafforzato la mia conoscenza delle lingue: un po’ l’inglese e, soprattutto, il francese che è stata ovviamente quella che ho parlato di più. Ho acquisito anche un po’ di indipendenza, perché stando un mese lontano da casa ho capito cosa vuol dire non stare tutto il giorno con i propri genitori. Porterò nel cuore questa esperienza perché è stata meravigliosa: la rifarei assolutamente, anzi mi trasferirei direttamente là perché la scuola è stupenda, i professori li ho adorati e anche i compagni mi sono piaciuti molto.
PMG