A gennaio, abbiamo avuto l’onore di accogliere un ospite importante: Alessandro Barbero! Il prof. Barbero è uno dei più famosi storici italiani. Studioso di prestigio, è docente di Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale, a Vercelli.
E’ conosciuto dal grande pubblico per i suoi libri e apprezzato per la sua partecipazione a trasmissioni televisive e per i suoi video sui social in cui affronta tematiche storiche.
La figura di docente universitario, la passione per la storia e la bravura come divulgatore si uniscono e confluiscono nella figura di grande comunicatore, capace di convincere anche noi giovani che la sua è una materia interessante.
Durante l’incontro Barbero ha presentato il suo ultimo libro: “All’arme! All’arme! I priori fanno carne!”. Lo studio affronta quattro rivolte popolari del Trecento: in particolare l’urlo che dà il titolo al libro era quello lanciato, nella Firenze nel 1378, nel corso della rivolta popolare dei Ciompi. Alla rivolta fiorentina si ricollegano idealmente tutte quelle che sono scoppiate in Europa, in particolare in Francia, in Inghilterra e in Italia nel Canavese, nel corso del secolo e trattate nel volume.
Alla base delle rivolte popolari di quel tempo c’era l’insoddisfazione del popolo che vedeva nella propria condizione un futuro oscuro e la determinazione a cambiare le cose.
Durante l’incontro il professore ha risposto alle domande dei ragazzi del gruppo della biblioteca, soffermandosi, nel finale, sulla frase: “Historia magistra vitae”.
Nel passato si pensava che tutto ciò che accadeva fosse per motivi precisi, quasi esistessero delle leggi che governavano la storia e che avrebbero potuto essere indagate e applicate. Oggi si è giunti alla conclusione che si tratta di un’illusione, nella storia non vi è niente che consente di prevedere il futuro in modo scientifico. Però Barbero ci ha spiegato che la storia è la somma di tutte le nostre vite, è il catalogo di tutto ciò che gli esseri umani sono riusciti a fare fino ad adesso. Questo non determina in modo certo il futuro. La storia serve a mettere in prospettiva le cose che noi diamo per scontato, per capire le motivazioni che muovono, anche oggi, chi ci sta intorno, i soggetti individuali e quelli sociali. Capire la storia allora ci aiuta, e non poco, a capire anche il presente.
Oggi l’incontro con lui ci ha aiutato a farlo un po’ di più.
Aglietti Camilla