L’8 e il 9 giugno, in Italia, ci sarà la possibilità di votare per cinque referendum abrogativi. Con l’ultimo sondaggio abbiamo perciò interrogato gli studenti per capire quanti, effettivamente, sanno per cosa si andrà a votare.
I risultati sembrano essere positivi, poiché l’81% di chi ha risposto al sondaggio ha affermato di esserne al corrente.
Ci sembra comunque giusto chiarire brevemente di che tipo di referendum si tratta e qual è il loro contenuto, in modo che tutti possano essere informati.
Innanzitutto, con un referendum abrogativo i cittadini possono chiedere di abrogare, ovvero di eliminare, in parte o totalmente una norma esistente. Perché esso sia valido, però, è necessario che si rechi a votare almeno la metà degli aventi diritto al voto, raggiungendo il cosiddetto quorum.
I primi quattro quesiti del prossimo referendum riguardano il lavoro e su di essi, sebbene siano legati a diverse complicazioni burocratiche e giuridiche, si possono facilmente trovare spiegazioni e approfondimenti su internet, utili per prepararsi a votare consapevolmente.
In sintesi, votando “sì”, col primo quesito si permette a chi è stato licenziato ingiustamente, nelle imprese con più di 15 dipendenti, di essere reintegrato se un giudice dichiara infondato il licenziamento.
Il secondo quesito riguarda invece le imprese con meno di 16 dipendenti e propone di eliminare il limite all’indennità (che ora è di un massimo di 6 mesi di stipendio) in caso di licenziamento illegittimo, stabilendo specificamente la mensilità tramite un giudice.
Il terzo quesito propone invece di inserire l’obbligo di una causale per il ricorso a contratti a tempo indeterminato, con lo scopo di ridurre il lavoro precario.
Il quarto quesito, infine, mira ad aumentare la sicurezza sul lavoro, estendendo la responsabilità di un infortunio all’imprenditore committente, anziché all’impresa appaltante.
Esiste poi un ultimo quesito, il quinto, che riguarda la cittadinanza. Votando “sì”, in questo caso, si ridurrebbero da 10 a 5 gli anni di residenza legale necessari per poter richiedere la cittadinanza italiana.
Questi cinque, in breve, sono gli esiti che si avrebbero votando con cinque “sì” al prossimo referendum. Certamente, prima di recarsi a votare, è bene approfondire ciascun quesito analizzando ogni norma che si vuole abrogare, ma intanto comprendere l’importanza di esprimere il proprio voto come atto democratico è già un buon inizio.
Greta S.