Ciao,

mi presento: sono il letto, ovvero il miglior amico dell’uomo, soprattutto degli adolescenti. Appartengo a una padrona dolce e sensibile, che mi ama tanto quanto io amo lei. Sono quasi come una persona, possiedo anche io gli organi: quello che voi chiamate cuscino per me è il cervello, la federa è la pelle che ricopre la testa, il materasso è il busto e le lenzuola sono i miei strati di pelle. Infine, quella che per voi è la coperta è il vestito che mi copre la nudità. Non sono esattamente uguale a una persona, ma ci vado molto vicino. Riesco sempre a fare amicizia, tutti mi amano e vorrebbero passare del tempo con me, ma a volte è giusto che mi lascino il mio spazio. Anche a me viene mal di schiena se rimango troppo piegato, e quando la mia amica “sveglia” vede che non ce la faccio più, inizia a urlare al posto mio, perché il dolore diventa insostenibile. La mia padrona, per fortuna, si alza quasi sempre prima del suo suono, perché crede che, oltre le otto ore di sonno, ogni minuto sia tempo sprecato; così il mio malessere non arriva mai al limite.

Inoltre, non sono solo un oggetto su cui appoggiarsi: sono una spalla su cui piangere, un rifugio dove sentirsi al sicuro o dove da piccoli, molti di noi si nascondevano sotto le coperte per proteggersi dal mostro sotto il letto. Io riporto a ricordi, emozioni e momenti di vita. Non sono usa e getta, non sono insignificante: sono una parte essenziale di ogni esistenza, un elemento che contribuisce alla pace interiore di chi mi utilizza, in particolare della mia padrona. Sono il momento preferito della giornata, quello che non si vuole mai lasciare al mattino e quello a cui si desidera tornare la sera. Sono perfetto anche per chi non ha nessuno ma ha bisogno di affetto: con le mie coperte calde, le lenzuola morbide e le federe profumate, coccolo ogni persona che si sdraia su di me.

Rachel A.