Oggi, alla serie di ex-studenti del liceo che ci hanno raccontato del proprio percorso dopo il diploma, si aggiunge Francesco Zoppello, ex-studente del Liceo Scientifico laureato in Economia e Public Policy all’Università di Amsterdam.
Come sei arrivato a scegliere questo percorso? Hai sempre saputo che sarebbe stato questo, l’hai capito facendo un’esperienza particolare, ti ha aiutato il racconto di qualcuno o un’attività di orientamento?
La mia scelta di studio è stata abbastanza improvvisa. Ho sempre avuto una grande passione per il cinema e, per un periodo, ho considerato di iscrivermi al DAMS. Tuttavia, riflettendo sul da farsi, ho pensato che focalizzare la mia carriera accademica su una passione così forte avrebbe potuto sminuirne il valore. Dopo un po’ di riflessione, ho optato per l’economia, una disciplina che offre numerosi sbocchi lavorativi e che permette di spaziare in diversi ambiti senza vincolarsi a un’unica strada per tutta la vita.
E come mai hai deciso di fare l’Università ad Amsterdam?
L’idea di proseguire gli studi all’estero mi è venuta mentre ero a Torino, durante un festival organizzato dall’università. Ascoltando gli interventi dei vari relatori, ho iniziato a curiosare nelle loro biografie e ho notato come l’esperienza internazionale fosse un denominatore comune. Ovviamente, avevo anche voglia di cambiare ambiente e mettermi in gioco finché ne avevo l’opportunità.
Adesso che hai finito cosa ne dici: è stata la scelta giusta? Perché?
A posteriori, posso dire che il mio interesse per la materia è rimasto e che i corsi seguiti hanno aumentato la mia curiosità su molte tematiche. Ho le mie idee per il futuro e sono convinto che il percorso intrapreso mi abbia aiutato molto. Tuttavia, più che il corso in sé, sono state le esperienze vissute durante questi anni a darmi le maggiori soddisfazioni.
Cosa intendi esattamente?
Intendo che le soddisfazioni più grandi, a prescindere da quelle legate allo studio, sono state quelle personali e umane. Grazie al percorso che ho fatto ho conosciuto un sacco di persone che se non avessi fatto università sia in Italia che altrove non avrei mai incontrato. In più cose semplici, come il vivere da solo o con coinquilini in un posto completamente nuovo, imparare ad essere indipendente (cucinare, lavare, pulire, burocrazia varia), sono state le esperienze che credo più di tutte mi serviranno nella vita.
A chi la consiglieresti o a chi la sconsiglieresti?
Consiglio lo studio dell’economia a chi ha uno spirito critico e desidera interrogarsi sulle questioni sociali, politiche ed economiche che caratterizzano la realtà che ci circonda. Un po’ di matematica è d’obbligo, lo ammetto.
Cosa non ti era stato detto e sarebbe meglio sapere?
Se tornassi indietro, farei sicuramente più esperienze all’estero prima di iscrivermi a una magistrale in un altro paese, ma più per il valore delle esperienze in sé che per motivi accademici. Ci sono tante cose nuove che fuori dall’Italia si scoprono e si vivono in modo diverso.
Oggi si parla molto dei costi crescenti, specialmente quelli degli affitti. Nella tua sede universitaria questo problema era presente?
Per quanto riguarda la situazione abitativa e il costo degli affitti, ho notato una grande differenza tra l’Italia e i Paesi Bassi. A Torino, durante la triennale, non ho avuto particolari difficoltà, mentre ad Amsterdam la crisi abitativa è una delle peggiori d’Europa.
E’ un percorso che richiede molti sacrifici? Si riesce a studiare ed avere del tempo per se stessi?
Molto dipende da come si vuole affrontare il percorso di studi, ma quello che mi ripeto sempre è che, alla fine, l’università è una preparazione alla vita lavorativa. Per questo, credo sia fondamentale imparare fin da subito a trovare un sano equilibrio tra vita privata e professionale.
Il tuo titolo di studi a quali prospettive di lavoro apre? E tu in particolare a cosa punti?
Le opportunità di carriera per chi studia economia sono tantissime: si può spaziare dalle posizioni manageriali nelle aziende fino a ruoli nel settore bancario, sia commerciale che d’investimento. Personalmente, però, l’ambito che mi interessa di più è quello politico-istituzionale. Non mi dispiacerebbe lavorare in realtà come la BCE, l’Unione Europea, i ministeri o le Nazioni Unite.
Ringraziamo Francesco per la disponibilità e gli auguriamo un buon proseguimento.
Sabrina I.