Il basso è il cuore pulsante di ogni band, e Mauro Dellacqua lo sa bene. Musicista appassionato e docente presso la scuola di musica “Sonoria” di Cossato, Mauro ha trasformato il suo amore per questo strumento in una carriera straordinaria. Dai grandi palchi come l’Arena di Verona alle collaborazioni con Irama, il suo percorso è fatto di dedizione e successi. Scopriamo insieme la sua storia e ciò che rende unico il suo rapporto con la musica.

Ciao! Per iniziare, quando e come è nata la tua passione per il basso? C’è stato un musicista in particolare che ti ha ispirato ad iniziare a suonarlo?

Ho iniziato a suonare il basso elettrico a 12 anni circa, mio fratello da qualche mese suonava la chitarra ma non faceva per me, diciamo che non “scattò l’amore”.
Per il basso invece fu un colpo di fulmine, ricordo che già nella musica che ascoltavo all’epoca mi attirava la ritmica e il suono del basso, caldo e pieno di vibrazioni. Poi un giorno venne a trovarmi un amico che aveva appena preso un basso elettrico, nessuno dei due sapeva bene cosa farci in realtà e quando me lo fece provare io presi la corda più grossa e la feci vibrare, io son sempre stato di statura piccola e quello strumento ai tempi era grande quasi come me… Ricordo benissimo la sensazione, sentii vibrare tutto il mio corpo, dalla testa alla punta dei piedi. Ne rimasi scioccato e pensai che volevo a tutti i costi quella sensazione addosso a me per tutta la vita. Misi insieme tutte le paghette di Natale, compleanno e lavoretti vari e andai con mio padre nel negozio di paese a prenderne uno. Era uno strumento tremendo, ma era mio e da lì non smisi più di suonarlo.
Ai tempi ascoltavo principalmente musica rock e simili degli anni 70 (Deep Purple, Jethro Tull, Black Sabbath, Pink Floyd, ecc.) molta dai vinili di mio padre. In quel periodo uscì Pulse, il live dei Pink Floyd a Londra, al basso in quell’occasione c’era Guy Pratt, un musicista pazzesco con una verve incredibile, me ne innamorai e pensai che volevo essere lui!

C’è stato un concerto o un momento della tua carriera che consideri davvero speciale o che ti ha segnato particolarmente?

Di momenti/concerti speciali per mia fortuna ce ne sono stati molti, tra questi sicuramente il mio primo Forum di Assago con Irama nel 2019, strapieno, una sensazione unica, soprattutto se penso a neanche un anno prima, quando andavo ci andavo a vedere i concerti pensando “cavolo, chissà cosa si prova a stare lì, un giorno riuscirò a suonare si quel palco, costi quel che costi!”.
Un altro che non scorderò mai è stato l’anno scorso (2024), sempre con Irama, all’Arena di Verona, anche lì strapieno, ricordo che appena entrato per un attimo mi son fermato e ho pensato che l’ultima volta che ci andai fu circa dieci anni prima per vedere Paul Mc Cartney, è stato pazzesco.
Un altro momento indimenticabile fu in un prog festival a Guveia (Portogallo) con una band di Torino (Syndone), in quell’occasione conobbi proprio Guy Pratt, si sarebbe esibito sullo stesso palco poco dopo di noi! A stento ci credevo!

Tra le canzoni di Irama, ce n’è una che ti diverte o emoziona particolarmente suonare durante i live?
A me Irama piace molto, adoro i suoi pezzi e ancora di più suonarli con lui, mi diverto sempre un sacco ad ogni live.
Se proprio devo sceglierne qualcuno in cui mi diverto particolarmente probabilmente punto sui quelli più rock (o comunque con gli arrangiamenti più live rock) come bazooka e 5 gocce, mi piace però che la scaletta sia sempre molto varia, da modo di assaporare tutti i momenti, da quelli più energici come mediterranea e nera a quelli più intimi e ricchi di emozioni che trovo in brani come ovunque sarai e tu no, per non parlare dei pezzi che riescono a spaziare da un estremo all’altro come ali, goodbye, la genesi del tuo colore, è la luna… Si insomma credo mi piacciano tutti.

Ringraziamo Mauro per aver condiviso con noi la sua passione e gli facciamo tanti auguri per il futuro
Marta