Oggi abbiamo il piacere di intervistare Mattia Volpato, studente di 5A di liceo scientifico che pratica pallavolo.
Che sport pratichi? Cosa ti ha spinto a sceglierlo e cosa ti motiva a continuare a praticarlo a livello agonistico?
Da sempre sono stato appassionato, in particolare devo ringraziare i miei genitori che ritengono importante praticare attività sportiva e mi hanno indirizzato a praticare sport fin da piccolissimo.
Prima di iniziare a giocare a pallavolo, ho praticato diverse discipline, in particolare il basket, che ho amato per 8 bellissimi anni.
In terza superiore ho dovuto compiere una scelta piuttosto difficile: abbandonare lo sport della mia infanzia per praticarne uno totalmente diverso, che fin da subito mi ha incuriosito.
All’inizio non è stato per nulla facile: avendo iniziato piuttosto tardi, ero indietro rispetto a tutti i miei compagni di squadra, ma con impegno e sacrifici sono riuscito a raggiungere a piccoli passi obiettivi sempre più importanti, fino ad arrivare a giocare in serie D.
Ciò che mi spinge a continuare a praticarla a livello agonistico è sicuramente l’ambizione di poter giocare a livelli sempre più alti: ogni allenamento è una sfida a migliorarmi “un po’ di più” rispetto all’allenamento precedente, in modo tale da poter essere utile alla mia squadra.
Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nella tua carriera sportiva fino ad ora? Come l’hai superata?
Sicuramente una della più grandi sfide è stato decidere di abbandonare il basket per tuffarmi nel mondo della pallavolo: non è stata una scelta semplice e solo dopo attente riflessioni sono riuscito a prendere la decisione di entrare in questo nuovo mondo, che mi piace molto!
Inoltre, un’altra grande sfida la sto vivendo proprio in questo periodo: ho cambiato da poco squadra e in questo momento sto cercando di integrarmi al meglio con i nuovi compagni di squadra e i nuovi ritmi di allenamento.
Quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo termine, sia nello sport che nello studio?
Attualmente nella pallavolo il mio obiettivo è quello di riuscire ad essere convocato nella prima squadra della società in cui mi sto trasferendo, mentre in futuro mi piacerebbe continuare a giocare anche mentre frequenterò l’università, possibilmente a livelli sempre più alti.
Per quanto riguarda il mio percorso di studi, vorrei intraprendere il percorso universitario.
Al momento sono ancora indeciso sulla scelta: per ora sto valutando le facoltà di “ingegneria gestionale” al Politecnico di Torino e “interfacce e tecnologie della comunicazione” a Trento.
Proverò i test per entrambe le facoltà, e spero di avere le idee più chiare nei prossimi mesi.
C’è qualche figura – come un allenatore o un compagno di squadra – che ha avuto un’influenza speciale sul tuo percorso?
In generale, credo che la propria squadra sia un fattore veramente importante che può influenzare sia positivamente che negativamente ogni componente.
Oltre a giocare qui in Italia, essendo stato 6 mesi all’estero, ho avuto il piacere di confrontarmi con la mentalità e lo spirito di squadra che si respira in un paese al di fuori dell’Italia e devo ammettere che su alcuni aspetti, sebbene lo sport sia sempre lo stesso, sono proprio diversi.
Una figura particolare e che devo ringraziare è sicuramente Simone, un mio amico e compagno di squadra: ci siamo sempre supportati a vicenda, certamente i litigi ci sono stati ma credo che soprattutto grazie a questi siamo potuti migliorare e diventare più uniti.
Che ruolo hanno il sostegno della famiglia e degli amici nella tua crescita sportiva e scolastica?
Il sostegno dei miei amici e della mia famiglia è fondamentale, sia nello sport che nello studio.
I miei genitori, in particolare, mi hanno sempre spronato a dare il massimo e ciò mi ha permesso di migliorare in entrambe le discipline, poiché sapevo che da parte loro avrei sempre avuto supporto e fiducia.
Una figura decisiva nella mia vita è sicuramente mia mamma: sebbene siamo spesso in conflitto, lei è un vero e proprio punto di riferimento sia in ambito scolastico che sportivo.
Pensi che la disciplina e i valori appresi nello sport ti abbiano aiutato anche in ambito scolastico o personale? In che modo?
La disciplina e i valori dello sport mi aiutano ogni giorno sempre di più, sia in ambito scolastico che personale.
La lezione che mi ha dato lo sport e che reputo essere la più importante è quella di portare a compimento gli obiettivi che ci si pone: sebbene richiedano tanto impegno e pazienza, è importante non scoraggiarsi mai e cercare di portarli a termine con forza di volontà e tenacia.
A livello organizzativo, non è assolutamente facile, in quanto entrambi richiedono un investimento notevole in termini di energia e di tempo (ad esempio la pallavolo mi occupa diverse ore a settimana, calcolando il tragitto, gli allenamenti, le partite, ecc…). A livello relazionale, gli sport di squadra che ho praticato mi hanno permesso di comprendere quanto sia importante aiutarsi, comunicare e rispettarsi reciprocamente. Sport e scuola sono due impegni che hanno sempre fatto parte della mia vita e che sono sicuramente le mie priorità nella mia quotidianità.
Un in bocca al lupo per le sfide future a Mattia.
Marco C.