Dopo le simulazioni di prima prova abbiamo chiesto ai docenti di italiano di segnalarci eventuali temi particolarmente riusciti. Il primo che ci è arrivato è di Marta DS. In realtà è stato scritto prima di Natale, ma ci è piaciuto e volentieri lo pubblichiamo.

Sensazione di vuoto, di dolore lancinante, quando non si riesce neanche a piangere perché non si trova un motivo. A quante persone è capitato di doversi portare per mano questo mostro, di dover affrontare comunque la vita di tutti i giorni, con un bel sorriso stampato sul volto? La società ci sta con il fiato sul collo e se si sta un passo indietro agli altri poi questi finiscono per seminarci, e sentiamo di non poter più recuperare.
E a questo punto che il mostro, che fino ad ora ci ha stretto forte la mano, inizia a mangiarci dentro e non riusciamo più a controllarlo. Così entriamo in un limbo da cui è difficile uscire, specialmente se ci abbandoniamo al silenzio.
Sono proprio le parole che in questi casi giocano un ruolo decisivo, sia come amiche, sia come nemiche. Pensiamo a tutte le volte in cui non diamo loro il peso che veramente hanno e a come, alla fine, agiscano al pari di un coltello, colpendo dritto allo stomaco.
Spesso quella che infliggono è solo una ferita che con il tempo si rimarginerà, altre volte, invece, è mortale. Per questo è fondamentale dare loro il giusto valore e riflettere prima di premere il grilletto a occhi chiusi.
Le parole, però, non sono solo un’arma, ma possono anche agire come una medicina.
Una richiesta d’aiuto è spesso ben nascosta e accorgersi della sua presenza è difficile. Se la ferita è profonda non basta un: “Tanto vedrai che starai meglio”, ma anche solo un ascolto interessato può cambiare le cose, ancora meglio se chi ascolta mostra comprensione e offre il proprio aiuto.
L’indifferenza che circonda le persone ferite nell’anima è un’altra bestia feroce. È vero che se la ferita non è visibile né sanguinante non sembra essere qualcosa di grave, che richiede di agire prima che il sangue perso sia troppo, ma in realtà, se viene trascurata, può portare anche all’atto più estremo. Proprio per questo può essere molto più grave di una gamba rotta o di una gola infiammata.
Dobbiamo capire quanto sia importante non lasciare le persone immerse nell’indifferenza, perché possono finire per annegare. Allo stesso modo è essenziale non ignorare i nostri sentimenti e le nostre emozioni e parlarne, prima che sia troppo tardi.
Le sofferenze dell’anima non sono capricci; attaccano gli individui della società con ferocia, in maniera ancora più evidente dopo il periodo del COVID-19, che non ha solo strappato tante vite, ma anche lasciato fratture che sarà difficile aggiustare.
Le parole hanno un ruolo chiave quando si tratta di salute mentale e l’indifferenza, per quanto possa sembrare innocua, può portare ad un punto di non ritorno.

Marta DS