La Giornata mondiale celebra il diritto di “vivere dignitosamente”
“Diritto” è una parola che tutti conoscono, in modo più o meno approfondito; si può dire che con questo termine si indica l’insieme delle norme giuridiche volte a regolare i rapporti tra i vari soggetti all’interno della società. Il diritto, le norme, della nostra vita regolare un sacco di aspetti. Ma ci credereste che esso, in un certo senso, “regola” anche la nostra vita? Che ci crediate o no, c’è un “ambito” del diritto che si occupa di questo compito: i diritti umani, riconosciuti a tutti gli umani e necessari per sostenere una vita dignitosa. Ma quando nacque questa nobile idea di rendere tutti uguali? E quali sono questi diritti?
Benché si possa pensare che parlando di diritti umani si stia affrontando un argomento di “recente” stesura, è curioso scoprire che essi non sono un qualcosa di nuovo nella storia dell’umanità; popoli come i Babilonesi e i Persiani del VI secolo a.C. avevano già formulato un insieme di leggi che regolassero la vita dei cittadini, ma anche in libri religiosi come l’Esodo e la Bibbia ebraica. Per vedere il primo esempio pratico però bisogna andare avanti nel tempo fino al Medioevo, con la Carta della Libertà (Magna Charta), firmata in Inghilterra: si tratta del primo documento che sanciva la concessione di diritti ai cittadini (per fare un esempio, la garanzia per tutti gli uomini di non poter essere imprigionati senza aver sostenuto un regolare processo). Curiosità: quella stessa Carta della Libertà è considerata la Carta fondamentale della monarchia britannica. L’Inghilterra fu quindi il primo Paese a mettere davvero in atto questa volontà di creare quei diritti che regolavano la vita dei cittadini; dal XIII secolo diversi imperi decisero di attuare questo importante passo, dall’Africa all’America latina, all’America e poi anche alla Francia. Questi numerosi mutamenti sociali dilagarono in sempre più Paesi in tutto il mondo, fino ad arrivare, nel XX secolo, al traguardo tanto ambito, che culmina con la Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata dall’ONU a Parigi il 10 dicembre del 1948.
Con questo enorme passo compiuto dall’umanità, per la prima volta nella storia si ha avuto il completo riconoscimento di quei diritti per cui molte persone decisero di battersi valorosamente: possiamo dire che il loro impegno è stato certamente ripagato. I diritti elencati nella Dichiarazione si rivolgono a tutto il mondo (non sono quindi limitati ai paesi occidentali come prima) e sono basati su un concetto molto importante, quello della dignità umana, riconosciuta a livello universale. In questo documento sono presenti diritti molto importanti: il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale (comma 1 art.2: “Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita”); al riconoscimento come persona e all’uguaglianza di fronte alla legge; alla libertà di movimento e di emigrazione; alla nazionalità; alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; a un livello adeguato di vita e di educazione.
Cosa significa la stesura di questo documento? Significa che il percorso intrapreso già dal mondo antico, il cui obiettivo era stabilire quali fossero quei diritti che rendevano le persone veramente uguali, al di là di tutte le differenze che le possano separare, ha colpito nel profondo, ha saputo inserirsi in ogni società nel corso dei secoli ed è stato sostenuto e portato avanti da gente che ci credeva davvero in un mondo in cui tutti potessero essere riconosciuti uguali. Questa è la giornata in cui fu sancita la distruzione delle differenze tra le persone, per ricordare che facciamo parte dello stesso enorme gruppo: quello degli esseri umani.

Tommaso DC