Lunedì 27 si è svolta la gara di dibattito sul tema: “Quote di genere sì o no?”. Il tema, che molti sono abituati ad inquadrare con quello delle “quote rosa” spazia dall’assegnazione ai posti nelle industrie a quelli assegnati nella politica. Era sull’applicazione del principio in questo secondo ambito che le classi dovevano confrontarsi.
Abbiamo sbirciato i punteggi e miglior discorso di apertura è risultato quello di Matteo Zilio, della squadra “I KrItICI” di 4A.
Gli abbiamo chiesto il testo e ve lo proponiamo, consapevoli che nella gara conta però molto anche il modo con cui gli oratori propongono le proprie tesi.
Salve a tutti, io sono Matteo Zilio, capitano della squadra contro dei KrItICI
In risposta al capitano della squadra avversaria, voglio dire che Tutti desideriamo un mondo in cui uomini e donne abbiano pari opportunità.
In merito a questo tema, la tesi avversaria sostiene che le quote rosa siano un provvedimento necessario per compensare secoli e secoli di discriminazione, ma io e la mia squadra invece vogliamo aprirvi gli occhi su come, al contrario, le quote di genere non offrano altro che una parvenza di uguaglianza e che portino più a pregiudizi e svantaggi che a benefici.
Nelle nostre argomentazioni non vi annoieremo troppo con dati numerici, anche se in piccola parte riteniamo che siano fondamentali per avere un punto di vista oggettivo su una tematica così importante e delicata. Affronteremo temi come la meritocrazia e la democrazia, analizzeremo i punti deboli e gli effetti negativi delle quote rosa e ne proporremo un’alternativa certamente più efficace.
Come punto primo voglio portarvi un esempio: Immaginiamo un’azienda che, per rispettare le quote, promuova una dipendente donna meno qualificata rispetto ad un collega uomo. Questa scelta sicuramente non sarebbe rispettosa nei confronti del collega, ma potrebbe anche compromettere l’efficienza dell’azienda stessa. Allo stesso modo, in politica, eleggere candidati sulla base del genere piuttosto che per le loro competenze e capacità va sicuramente contro il principio di meritocrazia e di rappresentanza democratica, due princìpi fondamentali su cui si basa e si fonda il nostro Stato.
Questo esempio è valido solo nel momento in cui le quote rosa non vengano aggirate. Perché si, si tratta di un sistema debole, facile da rimaneggiare ed usare a vantaggio, ad esempio, dei partiti, ponendo strategicamente candidati uomini o donne, in base alle possibilità di vittoria territoriali nelle diverse regioni.
Un altro effetto negativo del sistema delle quote rosa imposto per legge lo individuiamo nel fatto che ciascun votante potrebbe sentirsi obbligato a votare una donna rispetto ad un uomo che in assenza delle quote voterebbe, venendo meno alle sue preferenze individuale e sentendosi ristretto nella sua libertà di voto. Ma non solo, le quote potrebbero portare ad ulteriori pregiudizi verso le donne che occupano posizioni di responsabilità, essendo che le persone penserebbero che siano state scelte solamente per rispettare le quote e non per le loro reali capacità.
Riteniamo quindi che l’uguaglianza di genere richieda piuttosto un cambiamento della mentalità all’interno della società, ottenibile, ad esempio, investendo nell’educazione.