In Estonia per definire i propri valori

In questi giorni abbiamo intervistato Mattia Volpato, studente di 5A, indirizzo scientifico tradizionale, che l’anno scorso ha deciso di fare un’esperienza del tutto insolita: invece che trascorrere i sei mesi all’estero negli USA, in Canada o in paesi come l’Irlanda li ha passati in Estonia.
Dove sei stato e per quanto?
Sono stato in Estonia, più precisamente in una cittadina vicino a Tallinn. Sono partito il 3 gennaio 2024 e sono tornato il 29 giugno 2024.
Cosa ti ha spinto a decidere di trascorrere un anno all’estero?
Avevo visto molti video sull’esperienza dell’anno all’estero, mi sono appassionato e ho iniziato a informarmi. Ho deciso di trascorrere solo sei mesi perché ero preoccupato per il carico di lavoro scolastico che avrei dovuto affrontare al mio ritorno. Tuttavia, se potessi tornare indietro, sceglierei di fare l’intero anno, perché è stata davvero un’esperienza fantastica, e il carico di lavoro non si è rivelato così complicato.
Qual è stata la cosa che ti è piaciuta di più della tua esperienza all’estero? E quella che ti ha più sorpreso?
Un aspetto che ho apprezzato molto sono stati gli incontri organizzati dalla mia agenzia con gli altri exchange students. Condividendo la stessa realtà, riuscivamo a comprenderci a vicenda e a scambiarci esperienze. Ciò che mi ha sorpreso di più è stato lo stile di vita degli estoni: hanno abitudini completamente diverse dalle nostre.
Come hai affrontato la sfida di adattarti a una nuova cultura e a un nuovo sistema scolastico?
Inizialmente non è stato per nulla facile: vivere in un paese non anglofono mi ha causato parecchie difficoltà, soprattutto all’inizio, dato che non conoscevo la lingua.
Il sistema scolastico, però, è stato uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente: la mia scuola era molto avanzata dal punto di vista tecnologico, ma non trascurava neppure le attività sportive. Ogni studente doveva frequentare delle materie obbligatorie, ma per alcune poteva scegliere il livello di difficoltà. Inoltre, c’era la possibilità di scegliere alcuni corsi opzionali, che variavano dalla filosofia al cinema, fino alla palestra.
Qual è secondo te il punto di forza più grande del sistema scolastico che hai sperimentato e quale quello debole?
Il punto di forza più grande del sistema scolastico estone è sicuramente l’attenzione al progresso tecnologico o semplicemente lezioni “all’aria aperta” (è capitato diverse volte che nelle lezioni di scienze dovessimo uscire dalla classe e dirigerci verso il bosco per fare delle foto a funghi, piante, ecc..), senza tralasciare l’importanza dell’attività fisica.
Il suo punto debole è invece la mancanza di insegnanti, un problema che mi è stato detto essere molto frequente in tutta l’Estonia. Gli studenti fanno quindi fatica a stare al passo con il programma, perché spesso si ritrovano senza qualche professore, ad esempio, a metà della mia esperienza, la mia classe si è trovata senza un professore di fisica per tre settimane.
Questa esperienza ha cambiato la tua prospettiva sulla vita, sul futuro o su qualche cosa di importante per te?
Credo che questa esperienza mi abbia sicuramente aiutato a maturare. Trascorrere sei mesi “da solo” mi ha insegnato a capire a cosa bisogna prestare attenzione, come affrontare situazioni che sembrano impossibili, ma soprattutto mi ha permesso di scoprire me stesso, aprirmi agli altri e definire i miei valori.

Sabrina