Educare è la chiave per costruire una società migliore

Ciao Chiara,

inizi raccontandoci qual è stato il tuo percorso di laurea?

A novembre 2023 mi sono laureata a Torino nel percorso magistrale a ciclo unico di Scienze della Formazione Primaria. Ispirandomi all’esperienza di Erasmus Traineeship svolto in una scuola di Espoo (Finlandia) ho scelto di portare una tesi sperimentale sui Literature Circles, una metodologia finlandese volta ad incrementare la motivazione e il piacere alla lettura nei piccoli lettori della scuola primaria.
Tu hai fatto il liceo linguistico, non Scienze Umane, quindi viene da chiedersi: Come sei arrivato a scegliere questo percorso?
È vero, la mia scelta non è stata molto in linea con gli anni del liceo ma credo che un punto di forza dell’indirizzo linguistico sia proprio quello di aprirti le porte un po’ a tutti gli ambiti, specialmente quelli umanistici.
Subito dopo la maturità non avevo le idee molto chiare sul mio futuro ma sapevo di non voler continuare con le lingue. Il primo anno di università ho frequentato Lettere Moderne per poi cambiare l’anno successivo, provando e superando il test di Formazione Primaria. La facoltà di Lettere mi piaceva molto, tanto che tutt’ora la considero un possibile percorso di laurea futuro. Tuttavia, questa esperienza è stata utile a maturare il desiderio di voler diventare insegnante nella scuola primaria, un ruolo che ritengo estremamente importante e delicato, soprattutto nella complessa società di oggi.
In ogni caso, le esperienze pregresse nell’ambito dell’oratorio (come animatrice ed educatrice), il volontariato in contesti educativi svantaggiati e il servizio di ripetizioni, hanno sicuramente facilitato la mia scelta.
E adesso che hai finito cosa ne dici: è stata la scelta giusta? Perché?
Assolutamente sì, sono entusiasta della mia scelta. Credo tanto nel mio ruolo e nonostante in Italia l’educazione non sia più una grande priorità e quello dell’insegnante sia un lavoro (a mio parere) svalutato e molto impegnativo, sono fermamente convinta che educare possa ancora essere la chiave per costruire una società migliore.
A chi la consiglieresti e a chi la sconsiglieresti?
La consiglierei a chi come me crede che la scuola possa ancora fare la differenza per le generazioni future e non sia solo un’agenzia destinata a morire da qui a qualche anno; la consiglierei a chi si sente portato a lavorare in team e ovviamente, a contatto con i bambini.
La sconsiglierei a chi ha poco spirito di adattamento, flessibilità e pazienza. Il mondo della scuola ti mette a dura prova, i bambini sono solo la punta di un iceberg burocratico che a tratti, risulta molto frustrante.
Cosa non ti era stato detto e sarebbe meglio sapere sul tuo percorso universitario?
Forse sarà un po’ scontato ma la burocrazia è un aspetto piuttosto ostico. Durante il primo anno, il passaggio da un contesto famigliare come il liceo a quello dell’università è stato per certi versi disorientante: ti aspetti che qualcuno ti aiuti e che ti dica come fare, per poi capire che il percorso te lo devi costruire e organizzare tu.
Anche la tesi è un “mondo sconosciuto”: mi sarebbe piaciuto seguire dei corsi (con cfu) su come si imposta e si scrive una tesi.
Oggi si parla molto dei costi crescenti, specialmente quelli degli affitti. Nella tua sede universitaria questo problema era presente?
Fortunatamente no. Quando ho iniziato io l’università (2017) i prezzi a Torino erano nella media,
con 300 euro prendevi una stanza privata e con 450 si trovavano tranquillamente monolocali. Ora mi rendo conto che non è più così e che sempre di più ci si avvicina ai prezzi esorbitanti e folli di Milano.
E’ un percorso che richiede molti sacrifici? Si riesce a studiare ed avere del tempo per se stessi?
Il corso di laurea proposto è molto valido e fin dal secondo anno ti permette di entrare nel mondo della scuola grazie a tirocini. Come ogni facoltà la mole da studiare c’è e bisogna sapersi organizzare bene, soprattutto per far conciliare laboratori e tirocini (che sono a frequenza obbligatoria e sono parecchi).
Se gestita bene è comunque una facoltà che ti permette di avere del tempo per se stessi, aspetto che ritengo estremamente importante per vivere bene gli anni universitari!
Il tuo titolo di studi a quali prospettive di lavoro apre?
Il mio titolo di studi non apre molte strade se non quella dell’insegnamento alla scuola dell’infanzia o della scuola primaria. D’altra parte però è possibile intraprendere master di specializzazione, come ad esempio il TFA per il diventare insegnante sostengo oppure percorsi di dottorato: l’educazione è un mondo in continuo mutamento e che per questo richiede costante ricerca e innovazione.
E tu in particolare a cosa punti?
Io ad oggi punto a insegnare un po’ nella scuola primaria e perché no, passare un concorso per entrare di ruolo. Mi piacerebbe più avanti riuscire a svolgere un periodo di insegnamento all’estero come insegnante di inglese non madrelingua, ma è molto complesso.
Ho in mente anche di iniziare un master per la didattica della lingua inglese o di L2 (insegnamento della lingua italiana per non italofoni).

Grazie a Chiara e in bocca al lupo per tutti i suoi progetti