Come unire l’amore per lingue, moda e… Harry Potter?

 Oggi abbiamo il piacere di intervistare Vittoria Durando, ex alunna del nostro liceo e ora fresca di laurea in Interpretariato e Traduzione.

 Ciao Vittoria; come prima cosa ti chiedo di darmi due coordinate principali: dove ti sei laureata, in quale facoltà, con una tesi su….

Mi sono laureata lo scorso luglio in Interpretariato e Traduzione con indirizzo Fashion & Design Management presso Unicollege SSML, sede di Firenze.

La mia tesi era incentrata sulla traduzione italiana e francese della saga di Harry Potter. Nello specifico, ho analizzato il modo in cui sono state tradotte le descrizioni dell’abbigliamento all’interno della saga. Ho quindi unito la traduzione al mio indirizzo di specializzazione: la moda.

Come mai proprio Harry Potter?

Ho scelto la saga di Harry Potter come oggetto della mia tesi perché è un vero e proprio capolavoro di traduzione. In italiano ne esistono addirittura due versioni! È stato complesso per le traduttrici che se ne sono occupate e stimolante per me analizzare il loro lavoro. Per di più, conosco bene la saga perciò è stato più facile analizzarla.

Per quanto riguarda la specializzazione nel campo della moda, invece, è stata la tua scelta fin da principio? C’erano altri ambiti che ti sarebbe piaciuto studiare?

Non ho mai avuto dubbi su quale specializzazione intraprendere perché ho sempre amato la moda e se pensavo a una mia futura carriera come interprete mi vedevo a lavorare in questo ambito. Inoltre, grazie alle conoscenze che ho acquisito studiando le materie di indirizzo, ho potuto lavorare come interprete presso le fiere Pitti Uomo, Pitti Bimbo e Pitti Filati. In futuro, però, mi piacerebbe specializzarmi anche nel settore del cinema e in quello turistico.

Come sei arrivata a scegliere questo percorso?

Ho sempre amato le lingue straniere e in particolar modo la traduzione, perciò sono sempre stata convinta di portare avanti questo percorso. Devo, però, ringraziare le mie insegnanti di lingue del liceo che mi hanno spronata ad andare avanti e mi hanno consigliato di optare per un’università di Interpretariato e Traduzione.

E adesso che hai finito cosa ne pensi: rimani convinta della tua scelta? Perché?

Assolutamente sì. Nei corsi universitari ho avuto modo di interfacciarmi con il bellissimo mondo dell’interpretariato e della traduzione: un settore difficile, ma molto stimolante che continua ad appassionarmi. L’università permette di raggiungere un livello linguistico professionale; inoltre, sono contenta di aver scelto Unicollege perché mi ha permesso di specializzarmi già in un settore. Nel mondo dell’interpretariato e della traduzione, infatti, è fondamentale specializzarsi in un campo specifico.

A chi la consiglieresti e a chi la sconsiglieresti?

La consiglio a chiunque sia appassionato di questo ambito e voglia continuare lo studio delle lingue in modo pratico. L’interpretariato e la traduzione però richiedono tecniche molto specifiche che necessitano di un esercizio costante, perciò bisogna essere molto motivati ed interessati a questo campo.

Cosa pensi sarebbe meglio sapere sul tuo percorso universitario?

Probabilmente appena iscritta non pensavo che l’interpretariato fosse così complesso, non solo a livello pratico, ma anche a livello emotivo: nelle lezioni infatti si simula ogni giorno un interpretariato di conferenza o di trattativa, perciò agli studenti viene già richiesto di saper gestire l’emotività davanti ad un pubblico. Questo mi ha spaventata, ma ad oggi non posso che essere contenta del percorso fatto perché mi ha aiutata a migliorare questo mio lato.

Ritieni sia un percorso che richiede molti sacrifici, o si riesce facilmente ad avere tempo per se stessi?

È un percorso che non necessita di uno studio teorico eccessivo. Arrivando da un liceo non ho trovato una grande differenza. Ciò che cambia è la quantità di esercizi da svolgere per tenersi in allenamento: ogni settimana ad esempio viene assegnata una traduzione per la settimana successiva. Mentre per i corsi di interpretariato occorre studiare volta per volta i vocaboli ed esercitarsi con le tecniche di interpretazione consecutiva e dialogica.

Tutto sommato, però, sono sempre riuscita ad avere del tempo libero dove poter tornare a casa o visitare i bellissimi musei della città.

Il tuo titolo di studi a quali prospettive di lavoro apre? A te cosa piacerebbe fare?

Il mio titolo di studi permette di diventare principalmente interprete, traduttore e mediatore linguistico. Tuttavia, la buona conoscenza linguistica che si ottiene alla fine del percorso apre le porte a qualsiasi lavoro dove sono necessarie le lingue straniere. Ad esempio, nelle aziende o nel settore turistico.

Il mio obiettivo è diventare traduttrice freelance e interprete per un’azienda di moda, dal momento che è l’indirizzo in cui mi sono specializzata. Ad ogni modo, sono aperta a tutte le opportunità che mi si presenteranno!

Grazie mille per averci donato il tuo tempo, Vittoria, e buona fortuna per il futuro.

Teresa C.