In questi ultimi giorni, la situazione in Medio Oriente sta destando molte preoccupazione a livello internazionale a seguito degli attacchi israeliani iniziati il 10 ottobre alle basi della missione UNIFIL, situate in Libano, nelle quali sono anche presenti militari italiani.
Cos’è la missione UNIFIL e perché ci sono i caschi blu in Libano
La missione UNIFIL è la Forza di Interposizione in Libano dell’ONU istituita il 19 marzo 1978 mediante le risoluzioni numero 425 e 426 del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite e ha come missione primaria quella di agire come forza di interposizione lungo il confine tra Libano e Israele (la cosiddetta “Linea Blu”) e assistere le Forze Armate Libanesi ufficiali nel controllo del territorio dell’area meridionale del Libano, in modo da assicurare un mantenimento della sicurezza internazionale, ed evitare scontri tra gli Stati ebraico e libanese.
In quest’area è, però, forte la presenza di Hezbollah, un’organizzazione politica e militare, ritenuta terroristica da alcuni Stati, che è stata recentemente colpita da Israele, tramite esplosione di cercapersone e walkie talkie, bombardamenti e l’uccisione del suo leader Nasrallah.
Attualmente, la missione UNIFIL è composta da oltre 10.000 militari provenienti da 46 Stati diversi e il suo mandato viene rinnovato a cadenza annuale. Con 1068 militari schierati sul territorio, l’Italia figura come secondo contributore per numero di personale militare della missione, superata solo dall’Indonesia con 1231 soldati.
Cosa è successo?
Giovedì 10 ottobre 2024 le Forze Armate Israeliane hanno attaccato tre basi internazionali UNIFIL nel sud del Libano, ferendo due soldati indonesiani e un numero imprecisato di Singalesi (militari provenienti dallo Sri Lanka), parte del contingente di peacekeeping. L’iniziativa israeliana è scaturita nell’ira del Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, dell’ONU, dei vertici dell’Unione Europea e di molti altri Stati, in quanto quest’iniziativa attuata nei confronti dei caschi blu ha più l’aria di essere un evento già preparato e non un semplice incidente, che sovente si sono verificati dall’inizio del conflitto, in quanto lo Stato israeliano, a seguito degli attacchi subiti da Hezbollah dovuti all’allargamento del conflitto israelo-palestinese, ha come obiettivo l’evacuazione delle basi UNIFIL, al fine di poter attaccare direttamente Hezbollah.
Le reazioni di Italia e Nazioni Unite
L’azione israeliana ha provocato una serie di reazioni di condanna a livello internazionale. Particolarmente severe le reazioni da parte del Governo italiano, che per bocca del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e di quello della Difesa, Guido Crosetto, ha fermamente condannato l’accaduto. Crosetto, in particolare, ha affermato che: “l’Italia e le Nazioni Unite non prendono ordini da Israele e che l’attacco israeliano è totalmente inaccettabile”. Gli hanno fatto eco le parole di Tajani il quale ha affermato di “aspettarsi le scuse da parte del Governo israeliano”.
Non sembra però che il Governo israeliano sia intenzionato a fare marcia indietro, dato che il Rappresentate Permanente di Israele presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha dichiarato che: “Il vostro silenzio ha armato la nostra mano. Ora affrontiamo le conseguenze della decisione. Dobbiamo guardare avanti, noi dobbiamo discutere il futuro del Libano, un Libano libero da Hezbollah”.
Per il momento, la situazione è in una fase di stallo, in attesa di una futura evoluzione.
Pietro Zagheni