Giovani e salute mentale
Il primo incontro di Meet the Writer era dedicato al libro di Francesco Foti sulla figura di Franco Basaglia intitolato “La libertà è terapeutica”, ma il pomeriggio è stato aperto dal dott. Carlo I. Cattaneo, direttore della struttura di psichiatria ASL di Biella, che ha dialogato con le due intervistatrici sul tema del disagio mentale presente oggi nei giovani.
Alla domanda di Teresa sulla reale consistenza del disagio tra i giovani ha invitato a non generalizzare, perchè il disagio è in aumento in molte fasce di età, ma ha poi riconosciuto che è un dato oggettivo il fatto che alcune patologie stiano apparendo prima del solito. Cosa c’è alla base del fenomeno? Il dott. Catteneo ha sottolineato come la chiusura degli spazi sociali durante il periodo del COVID abbia sicuramente influito, perché un giovane si nutre di socialità. Importanti sono stati anche degli errori nell’approccio educativo utilizzato dagli adulti, che ha portato i ragazzi a non sviluppare in modo adeguato una capacità importante: la tolleranza alle frustrazioni. Si è poi soffermato sul fatto che viene sottovalutato, troppo sottovalutato, l’impatto che l’uso delle droghe leggere ha sulla crescita di alcune patologie gravi, come, ad esempio, la schizofrenia e i disturbi bipolari. La “normalizzazione” di alcuni comportamenti e, in alcuni casi, anche l’eccesso di tolleranza di alcuni adulti, hanno aggravato il problema.
Giorgia ha poi riportato il risultato di un dialogo attivato a scuola attraverso dei foglietti consegnati agli studenti in cui si chiedeva di associare pensieri e parole al concetto di salute mentale. Forse “ansia” è stata la parola che è tornata con maggiore frequenza. Il dott. Cattaneo ha invitato gli adulti a farsi una domanda: “Non stiamo chiedendo troppo ai giovani?” Lo facciamo sia con continue richieste di prestazioni, sia non contrastando la creazione di un’immagine ideale irraggiungibile di come si dovrebbe essere.
Alla fine della conversazione è stata fatta una domanda sulla prevenzione del disagio. Secondo il dottore Psichiatria, che è uno dei pochi servizi sempre aperti all’utenza, ha però il problema di essere percepita come lontana e difficilmente raggiungibile. E’ allora necessario creare servizi a bassa soglia, non specifici per una patologia, uscendo dalle sedi tradizionali. Come per tutto ciò che ha a che fare con il benessere arrivare prima possibile è fondamentale perché aumenta le probabilità di successo e diminuisce i tempi delle cure. Non basta quindi esserci, ma si deve trovare il modo di incontrare i ragazzi e gli utenti nei luoghi in cui normalmente vivono senza pretendere che siano loro a muoversi per superare uno scalino percepito come troppo alto e faticoso da salire.