Dal dubbio alla gratificazione personale.
La gentile intervistata di oggi è Greta Vezzoli, ex studentessa del Cossatese frequentante l’indirizzo linguistico ESABAC; da poco si è laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Statale di Milano con una tesi sulle Digital Humanities, ossia la possibilità di sfruttare l’evoluzione tecnologica per accompagnare la più tradizionale ricerca storica.
Come hai realizzato la tua tesi?
“Per farlo, ho analizzato il caso di una casa editrice svizzera operativa nel ‘700, la Société typographique de Neuchâtel, che si occupava di contrabbandare libri proibiti dalla censura. I suoi archivi sono tutt’oggi conservati e attualmente sono i più completi al mondo: un gruppo di studiosi ha inserito il materiale degli archivi in un database online, grazie a cui si può tracciare un modello del contrabbando di libri all’alba della Rivoluzione Francese.”
Come sei arrivata a scegliere il tuo percorso di studi?
Sinceramente, ho passato l’estate dopo la maturità in piena indecisione. Perché succede anche questo, non tutti hanno subito le risposte in mano. Dopo il liceo linguistico sapevo di voler continuare in ambito umanistico, quindi, dopo una lunga ricerca, ho fatto il test d’ingresso per Scienze della Comunicazione e Scienze dei Beni Culturali. Poi guardando il piano di studi ho capito che era il corso per me: gli insegnamenti erano molto simili, ma quelli di Scienze dei Beni Culturali li ho sentiti più miei. Sono rimasta indecisa fino all’ultimo, per paura di sbagliare a scegliere. Ma se una cosa ti prende così tanto, raramente si rivela una scelta sbagliata.
Le attività di orientamento ti hanno aiutata? Che cos’altro ti ha aiutata a fare luce in merito al tuo percorso?
Sicuramente le attività di orientamento le consiglio. Inoltre, sono stata al salone universitario di Verona e di Torino: aiutano a vedere l’offerta che c’è in giro, e a selezionare gli ambiti che d’interesse personali.
Poi, ho dato anche ascolto ai miei interessi personali: negli anni di liceo ho partecipato a teatro, a giornalino e ad altre attività culturali e organizzative, ad esempio le Giornate FAI. Queste esperienze mi hanno fatto capire che il mondo della cultura era il mio, e anche aver fatto un liceo linguistico mi apriva le porte di questo stesso mondo, in modo più internazionale!
E adesso che hai finito cosa ne dici: è stata la scelta giusta?
Assolutamente si.
Siamo curiosi di sentire le tue motivazioni.
È stata la scelta giusta perché studiare è stato difficile, come sempre del resto, ma davvero bello e gratificante: le sensazioni di crescita e soddisfazione personale che provo ed ho provato sono molto intense. Al di fuori della laurea, dei voti o della carriera, alla fine è questo che conta: che tu senta di aver vissuto qualcosa di importante, e di essere cresciuto come persona nel frattempo. Ed io mi sento così.
Cosa non ti era stato detto e sarebbe meglio sapere sul tuo percorso universitario?
Avere quasi tutti esami a scelta è molto interessante, ma non è così semplice: bisogna organizzarsi molto bene, perché i professori tengono poco conto di ciò che tu decidi di seguire. Si accavallano orari di lezione e appelli di esame. Inizialmente è difficile destreggiarsi, ma organizzandosi e seguendo il piano di studio (ovvero la lista di esami che si decide di dare nel corso della triennale) ci si riesce!
A chi consiglieresti e a chi sconsiglieresti il tuo percorso?
Il corso comprende diverse aree di studio, per cui è obbligatorio dare almeno un esame o due a scelta per categoria. Le aree sono storia, storia dell’arte, archeologia, letteratura, musica, teatro e cinema. Magari alcune di queste non interessano o possono scoraggiare, ma credetemi: sono una minima parte.
La maggior parte del corso è composta da esami a scelta, nell’ambito che preferite: se non vi interessano solo un paio di categorie, buttatevi!
Una vera barriera, che hanno introdotto poco fa, è un esame obbligatorio di latino. Personalmente so che non l’avrei passato: la mia prof di latino del liceo è stata bravissima ad insegnare, purtroppo io sono stata meno brava ad imparare!
Il tuo titolo di studi a quali prospettive di lavoro apre?
Con la mia triennale si possono ottenere il titolo di critici di storia, critici di arte o critici di cinema e spettacolo, in base agli esami fatti. Avendo orientato i miei verso cinema, musica e teatro, attualmente sono una critica di cinema e spettacolo. Inoltre si può fare i curatori nei musei, gli organizzatori di eventi culturali, le guide turistiche, i divulgatori…insomma, molti impieghi culturali!
E tu invece? A cosa punti in particolare?
Il mio obiettivo è occuparmi di organizzazione e promozione di eventi culturali: ho già iniziato a Milano, lavorando per due edizioni nel team organizzativo di un Festival del cinema per bambini (esistono anche queste opportunità fuori dall’università, indagate!).
Adesso invece ho deciso di proseguire con la magistrale, per imparare ciò che ancora mi manca, ovvero la parte più pratica.
Ma questa è un’altra laurea, vi faccio sapere tra due anni!
Dunque, ancora complimenti per i tuoi risultati raggiunti, prima di lasciarci hai ancora qualcosa da dire in merito alla tua esperienza o qualche consiglio per gli attuali studenti?
Mi ha fatto molto piacere raccontarvi un po’ la mia triennale.
Se posso, vorrei mandare un appello: non abbiate paura. Non esistono scelte giuste o sbagliate. Si può iniziare e cambiare idea. Si può non iniziare e decidere di farlo più avanti. Si può decidere di non iniziare e basta.
Seguite ciò che vi sentite di fare, e vivete il vostro percorso nella sua unicità.
Non si vince un premio se si finisce prima o dopo, o se si esce con un voto o un altro.
La vita di ognuno è un libro bellissimo, proprio perché ogni sua pagina, ogni suo capitolo, è unico: viveteli con orgoglio.
Buona fortuna!
Francesca T.