Anno all’estero 3° Puntata

Continuiamo il nostro viaggio all’estero in compagnia degli studenti che hanno trascorso un anno delle superiori in un altro Stato. Oggi chiacchieriamo con Martina, 5D del Liceo Linguistico

Partiamo da alcune coordinate. Dove sei stata e per quanto?

Buongiorno!

Ho trascorso il mio anno all’estero negli Stati Uniti, più precisamente in Minnesota, uno Stato che confina con il Canada e Lake Superior.

Cosa ti ha spinto a decidere di trascorrere un anno all’estero? 

Fin dalle medie l’inglese e l’America mi hanno sempre affascinata. Desideravo visitare l’America e imparare l’inglese, ma soprattutto fare un’esperienza che mi portasse ad uscire dalla mia zona di comfort, trovare nuovi stimoli e scoprire una nuova cultura immergendomi completamente in essa. Per questo quando ho saputo della possibilità di trascorrere un anno scolastico all’estero, ho subito preso la palla al balzo!

Qual è stata la cosa che ti è piaciuta di più della tua esperienza all’estero? E quella che ti ha più sorpreso?

La cosa che più mi è piaciuta della mia esperienza all’estero è stata sicuramente la possibilità di conoscere nuove persone e una nuova cultura completamente diversa dalla mia. È stato affascinante per me confrontarsi con persone provenienti da più parti del mondo e comprendere quante similitudini e differenze ci sono tra paesi diversi. La cosa che mi ha più sorpreso e che mi ha fatto riflettere molto, è stata la loro accoglienza. Fin da subito mi hanno fatta sentire come una di loro e mai giudicata come “strana” perché provenivo da un paese e una realtà diversa dalla loro, mi hanno aiutata tantissimo nei primi mesi quando ero ancora un po’ in difficoltà per via della barriera linguistica e si sono sempre preoccupati di farmi sentire come a casa.

Come hai affrontato la sfida di adattarti a una nuova cultura e a un nuovo sistema scolastico? 

Adattarsi ad una nuova cultura non è una cosa immediata, è un processo graduale che richiede qualche settimana e tanta capacità di adattamento. Bisogna essere positivi e disposti a provare cose nuove, non chiudersi in sé stessi pensando che le nostre abitudini siano le sole giuste ed accettabili. Per quanto riguarda il sistema scolastico, è sicuramente diverso da quello a cui siamo abituati. Il nostro sistema scolastico è più concentrato sul lato accademico e teorico, mentre quello americano è molto più pratico. Le lezioni sono divise in due momenti: uno in cui il professore spiega e l’altro in cui sono gli studenti a confrontarsi sull’argomento appena trattato. I voti non sono numerici, bensì esistono le lettere dalla F alla A. Dopo ogni lezione si cambia aula e quindi non si hanno dei compagni fissi. Nonostante tutte queste differenze, adattarsi al nuovo sistema scolastico non è stato difficile ma anzi mi sono trovata molto bene.

Qual è, secondo te, il punto di forza più grande del sistema scolastico che hai sperimentato e quale quello debole? 

Il punto di forza del sistema scolastico americano è sicuramente la possibilità di mettere in pratica ciò che si è appreso in classe tramite esperimenti, gite sul territorio e la possibilità di confrontarsi con i compagni. Mentre il punto debole è che gli argomenti che si studiano in classe sono trattati in modo “superficiale” e molto semplice e dunque non permettono una conoscenza completa.

Questa esperienza ha cambiato la tua prospettiva sulla vita, sul futuro o su qualche cosa di importante per te?

Queste esperienze mi ha sicuramente aiutata sotto diversi aspetti: mi ha dato la possibilità di uscire dal mio “guscio” e provare nuove esperienze, mi ha aiutata a capire che nonostante le cose ignote provochino un senso di paura e incertezza, vanno affrontate a testa alta e con positività.

Infine, posso dire che per me l’esperienza all’estero è stata una vera e propria scuola di vita.

 

Grazie a Martina per il suo tempo e per la sua disponibilità e in bocca al lupo per la sua quinta