Oggi parliamo con Gabriele Viganò, uno studente che gioca a pallacanestro a livello agonistico. Scopriremo di più su come riesce a gestire le sue giornate, le sfide che affronta e le ambizioni future che lo spingono a dare sempre il massimo.
Che sport pratichi e a che livello?
Pratico basket a livello agonistico, ho tre allenamenti a settimana e in più una partita ad ogni weekend. Dato che non gioco nel paese dove vivo, devo sempre farmi portare in macchina, di conseguenza anticipo di molto gli spostamenti: è un impegno che richiede molto tempo.
Come e quando ti sei avvicinato al basket?
Gioco a basket da 10 anni, per cui praticare questo sport per me è normale quanto andare a scuola: ricordo che agli inizi, quando ero molto piccolo, giocavo nella palestra della mia scuola elementare. Con il passare degli anni, però, ho preferito spostarmi e infatti gioco da 5 anni a Borgomanero.
Come bilanci gli impegni scolastici con gli allenamenti e le competizioni?
Secondo me, sta tutto nell’organizzazione dei propri orari Ormai, io sono abituato ad avere una certa routine: scuola al mattino, studio al pomeriggio e allenamenti alla sera. È anche vero, però, che ho dovuto trovare, soprattutto in questi anni del liceo, un metodo di studio che mi permettesse di studiare le materie scolastiche in meno tempo, ma con un po’ di impegno si riesce agevolmente a conciliare le due cose.
Nell’ultimo periodo hai ottenuto qualche risultato importante?
Sfortunatamente, nell’ultimo periodo la mia squadra non ha avuto risultati importanti, però reputo allo stesso modo una vittoria il fatto di aver affrontato la stagione con dedizione, passione e determinazione.
Come affronti la pressione delle competizioni e delle aspettative?
L’agitazione pre-partita è una sensazione presente in ogni giocatore di basket: c’è chi la sente di più o di meno, ma l’importante è trasformare le sensazioni che “frenano” in carburante per fare ancora meglio, e, soprattutto, non farsi condizionare da ciò che non si controlla direttamente.
Quali consigli daresti ai giovani che non sanno se continuare a praticare sport a causa della mole di studio?
Io per primo ho avuto un periodo in cui non ne volevo più sapere di entrare in palestra, perché mi sentivo senza forze e senza tempo da dedicare a me stesso, però, come ho detto prima, è una questione di trovare il proprio equilibrio. Sono dell’idea che anche riuscire a trovare il proprio metodo, le proprie abitudini, sia una sfida, perché una volta che ci si organizza in modo ottimale è molto più semplice bilanciare sport e studi. Non fate l’errore di mollare troppo presto una disciplina che vi dà molto e che vi appassiona per limitarvi a stare chini sui libri per tutti i pomeriggi.
Grazie a Gabriele e, visti gli impegni che lo attendono in futuro, buen Camino
Marco C.