Il mestiere dell’osteopata
Oggi a rispondere alle nostre domande è Stefano Bollo, ex studente del nostro liceo e neolaureato in Osteopatia.
Ciao Stefano, ti chiediamo: In quale sede universitaria ti sei laureato? Quale facoltà hai frequentato? Qual è stata la tua tesi?
Ciao! Mi sono laureato in Osteopatia presso l’ICOM, l’international college of Osteopathic medicine di Torino. Il percorso di laurea che ho frequentato è quinquennale, ma essendo di stampo inglese viene suddiviso nei primi quattro anni, al termine dei quali ho conseguito il Bachelor of Science in Osteopathy with Honours con una tesi dal titolo “Il ruolo del trattamento manipolativo osteopatico (OMT) in pazienti affetti da asma: una scoping review”, e nel quinto anno, considerato come master sportivo e pediatrico, al termine del quale ho ottenuto il Master of Science con una tesi dal titolo “L’incertezza clinica in relazione al paziente complesso in ambito osteopatico: una tesi qualitativa”.
Come sei arrivato a scegliere questo percorso?
Il mio sogno è sempre stato quello di frequentare un corso di laurea medico/sanitario che potesse darmi gli strumenti per poter far stare meglio le persone. Questo percorso in realtà è stato scelto come piano B al percorso di Medicina, nel caso in cui il test non fosse andato per il verso giusto. Per la scelta, in parte sono stato aiutato dal fatto di aver provato su me stesso il trattamento osteopatico; ero rimasto colpito dalle sue potenzialità e dall’attenzione che viene posta verso il paziente. In secondo luogo, partecipando al salone dell’orientamento di Verona e informandomi sulle varie alternative a Medicina, un’università di osteopatia mi aveva davvero colpito facendomi propendere per questa scelta.
E adesso che hai finito cosa ne dici: è stata la scelta giusta? Perché?
Giunto al termine di questo percorso sono pienamente convinto che sia stata la scelta giusta, con il senno di poi penso anche più centrata per me rispetto al percorso di Medicina. L’università che ho frequentato offre una qualità di insegnamento molto alta, nonostante la giovane età dei professori. Un valore aggiunto è stata la grande attenzione posta verso noi studenti e la loro ampia disponibilità al confronto in qualunque momento. Inoltre, le dimensioni contenute dell’università e delle classi, noi eravamo in 21, ci ha permesso di essere seguiti molto bene in tutte le materie pratiche e durante i tre anni di tirocinio, fondamentali per la nostra preparazione.
A chi la consiglieresti e a chi la sconsiglieresti?
Consiglierei questo percorso a chi ha la vocazione per voler migliorare la vita delle persone, ma che non se la sente di stare per forza in ospedale con molte più responsabilità e solo dopo aver affrontato un lungo percorso di studi come quello di medicina. La consiglio a coloro che cercano un percorso dinamico dove le nozioni teoriche sono subito applicate alla pratica, fin dal primo giorno.
Lo sconsiglio a chi è schizzinoso all’idea di avere un contatto fisico con un’altra persona, in quanto il trattamento osteopatico è esclusivamente manuale.
É un percorso che richiede molti sacrifici? Si riesce a studiare ed avere del tempo per se stessi?
È un percorso che, nei primi 2 anni soprattutto, non concede molto tempo libero, in quanto le giornate sono molto dense di lezioni teoriche e pratiche. Le tecniche, così si chiamano le manovre che utilizziamo, richiedono moltissimo tempo e dedizione per poter essere eseguite nella modalità corretta. Dunque era, ed è ancora, necessario dedicare molte ore di pratica, confronto e aiuto reciproco per poter consolidare correttamente il tutto, e su questo andare d’accordo con i compagni ha aiutato moltissimo. Dal terzo anno è previsto il tirocinio clinico in università per due pomeriggi a settimana e le lezioni teoriche si riducono quindi si ha più tempo libero per sé, anche se vi è la responsabilità nei confronti dei pazienti in clinica che ti spinge sempre a dare il massimo per migliorare la loro sintomatologia.
Il tuo titolo di studi a quali prospettive di lavoro apre?
Il mio titolo di studi ad oggi in Italia permette il lavoro in studi privati e/o cliniche specialistiche in qualità di osteopata libero professionista. In futuro, con l’istituzione dell’albo a cui potremo iscriverci, sarà possibile lavorare anche nel pubblico come negli ospedali e in strutture sanitarie convenzionate, a fianco delle altre figure medico-specialistiche. Una prospettiva interessante è che essendo una laurea riconosciuta in tutta Europa è possibile andare a lavorare anche all’estero.
E tu in particolare a cosa punti?
Io ho appena aperto il mio studio privato a Biella dove esercito la professione di osteopata, per cui se avete bisogno sapete dove trovarmi, e sto collaborando con la Lega Nazionale Dilettanti come osteopata nelle rappresentative regionali Piemontesi di C11 e C5. Nel mio futuro mi piacerebbe continuare a lavorare in ambito sportivo, in quanto è un ambiente molto dinamico e ricco di nozioni da apprendere, oltre che continuare a lavorare nel mio studio che vorrei ampliare inserendo più figure professionali per garantire al paziente un percorso terapeutico completo.
Parlando ora di postura, quali consigli ti senti di dare per migliorarla?
La postura è molto complessa perché dipende sia dalle informazioni con le quali il corpo si è sviluppato durante la crescita, sia dalle nostre azioni quotidiane. In generale per migliorare la postura sicuramente l’esercizio fisico aiuta ad avere un tono muscolare che sostiene il nostro corpo e dunque ci aiuta sia in ogni movimento che nella statica.
Al contrario, cosa non bisogna fare per peggiorarla?
L’assenza di esercizio sicuramente non aiuta per i motivi elencati prima, e in generale dovremmo porre maggior attenzione alle posizioni mantenute durante le molte ore di studio e di lavoro che, se scorrette, possono influenzare negativamente la postura e quindi portare all’insorgenza dei dolori.
In queste posizioni mantenute è consigliato cambiare spesso posizione, magari anche alzandosi facendo qualche passo.
C’è qualche pratica che si può fare da soli? Le consigli?
Migliorare da soli la postura, oltre ad osservare questi semplici accorgimenti, è difficile perché non tutti hanno la consapevolezza di ciò che è corretto o sbagliato. Consiglio quindi di affidarsi ad un esperto che possa consigliare degli esercizi ad hoc da svolgere autonomamente per le esigenze di ognuno.
Ringraziamo Stefano per la sua disponibilità e gli facciamo i nostri più sentiti auguri per il futuro!
Janis