Un anno all’estero per riflettere, ricaricarsi, ripartire
In alcuni casi, quando restano incertezze sul percorso di studi da intraprendere e non si ha neppure intenzione di indirizzarsi verso la carriera lavorativa, può essere utile prendersi una pausa per capire che cosa fare, scegliendo, ad esempio, di passare un gap year (o anno sabbatico) all’estero.
Oggi parliamo con Francesca, una ex redattrice del giornalino che alla fine della quinta ha fatto questa scelta, motivata dal bisogno di tempo per comprendere quale fosse realmente la sua strada; avrà funzionato?
Ciao, come stai, prima di tutto e poi perchè hai scelto di prenderti un gap year?
Ciao, sono felice e sto molto bene. Ho fatto questa scelta essenzialmente perché ero indecisa tra due università diverse, Storia e Cinema. Quindi ho scelto di prendermi un po’ di tempo per riflettere e capire quello che volevo realmente fare; inoltre, dopo 5 anni di studio ininterrotto avevo bisogno di prendermi una pausa per poi riprendere con più voglia, infatti non vedo l’ora di ricominciare.
Cosa hai deciso di fare? Viaggiare, lavorare…?
Ho deciso di trasferirmi all’estero, precisamente a Nancy, capitale della Lorena, in Francia; qui lavoro, faccio panini, è molto semplice, però è carino ed è un ambiente familiare. Sono andata lì perché parte della mia famiglia ci vive, i miei fratellastri francesi; perciò era comodo avere già un appoggio. Poi, non avendo studiato il francese a scuola, questa era un’ottima opportunità per imparare un’altra lingua.
É stato difficile comunicare all’inizio?
No: mi ha aiutato il fatto che il compagno di mia mamma é francese e così i miei fratelli. Alla fine é stato facile; non partivo da zero, ma dovevo solo migliorare.
Quindi alloggi con i tuoi fratelli?
No, ora ho un mio appartamento, però è stato più semplice trovarlo perché loro avevano già contatti con compagni di università che cercavano coinquilini.
Com’è la città di Nancy, è un ambiente per i giovani?
È una città universitaria e ci sono moltissimi Campus: quello di lettere, di giurisprudenza, di scienze politiche… Ci sono moltissimi giovani durante l’anno, d’estate meno. Per quanto riguarda la nightlife è molto presente, il sabato sera è pieno di giovani in giro.
Quindi il gap year ha funzionato? Sei già arrivata ad una decisione?
Sì, farò storia per poi fare archeologia. Sono assolutamente entusiasta di cominciare questo percorso che, visti i miei interessi e le mie passioni, credo sia la scelta migliore che io possa fare.
Vorresti studiare in Francia visto che hai imparato questa nuova lingua? Oppure magari un altro paese all’estero o l’Italia?
Credo che tornerò in Italia perché mi piacerebbe fare un percorso sull’Antico Egitto e credo non ci sia nulla di meglio di Torino per farlo.
Hai qualche consiglio per chi è indeciso?
Credo che un’esperienza come la mia possa essere davvero interessante per chiunque non abbia le idee molto chiare su cosa fare dopo il liceo; 19 anni sono un’età alla quale ci si può anche permettere di non avere esperienza quando si cerca un lavoro, specialmente se semplice come il mio. Arrivare a 30 anni senza esperienza sarebbe invece un po’ un problema per i datori di lavoro. Inoltre, decidere di lasciare la propria città, famiglia e amici e trasferirsi in un Paese nuovo non può che essere un’avventura estremamente formativa, oltre che divertente. Il mio consiglio, specialmente per chi ha già in programma di fare un anno sabbatico all’estero, è di raccogliere tutto il proprio coraggio e di buttarsi. Non sarà sempre facile, ma non ve ne pentirete assolutamente.
Ringraziamo Francesca per essere stata così gentile e disponibile come sempre e le auguriamo il meglio!
Aurora F.