Ilaria studia a Imola Scienze e tecnologie per il verde ed il paesaggio, lavora nell’azienda di famiglia e pratica lo Yoga

Ilaria si è diplomata al Liceo Scientifico nel 2022; dopo essere stata per cinque anni una studentessa brillante in tutte le materie, aver fatto parte del giornalino, della squadra d’istituto alle finali nazionali della gara di dibattito e aver sempre unito lo studio con il lavoro nell’azienda di famiglia, che si dedica all’allevamento di Alpaca, sembrava decisa a prendersi un anno sabbatico.

Invece in questi giorni abbiamo visto la sua foto in un articolo sul Biellese in cui raccontava che era iscritta al Corso di Agraria e che collaborava all’azienda di famiglia. Studio e lavoro quindi? Lo abbiamo chiesto a lei.

Ciao a tutti!

Mi sono diplomata nel 2022 al Liceo scientifico. Durante tutto il corso della mia carriera scolastica ho costantemente ottenuto risultati eccellenti e sono sicura che tutti si sarebbero aspettati che fossi fermamente determinata nell’idea di proseguire gli studi a livello universitario. A dirla tutta questa certezza non c’è mai stata da parte mia: pur avendo sempre dato molto valore all’accrescimento del mio bagaglio culturale e all’istruzione, non ho mai avuto una particolare predilezione o avversione per alcuna materia e l’idea di dover limitare i miei studi ad un ambito estremamente ristretto del sapere non mi ha mai convinta pienamente. Per di più, collaborando fin da piccola nell’attività di famiglia, il pensiero di dover abbandonare, seppur temporaneamente, la mia vita a stretto contatto con la natura e gli animali chiudendomi in un piccolo appartamento in città e inserendomi in una routine costituita da lezioni universitarie e studio non mi allettava affatto.

La mia intenzione, dunque, era quella di prendermi un anno sabbatico per dedicarmi a tempo pieno al lavoro, per poi decidere strada facendo quale direzione dare alla mia vita post diploma. Durante l’estate dopo la maturità mi sono tuttavia trovata a riflettere su questa mia iniziale decisione e ho compreso come la mia opinione riguardo all’università non sarebbe affatto mutata nel corso dell’anno sabbatico. Mi sono anche dovuta confrontare con la necessità di dover proseguire gli studi per poter certificare le mie conoscenze e competenze, seppur acquisite più sul campo che sui libri, con un certificato di laurea. Mi sono dunque messa alla ricerca di un corso universitario senza l’obbligo di frequenza che mi permettesse di lavorare a tempo pieno, potesse essermi utile nella mia attività lavorativa e non mi dispiacesse a livello di materie di studio. La mia scelta è ricaduta sul corso triennale “Scienze e tecnologie per il verde ed il paesaggio” che ha sede ad Imola. A maggio 2023, spinta dal desiderio di iniziare ad organizzare delle attività con gli animali legate al benessere, ho deciso di iscrivermi anche ad un corso per diventare insegnante di yoga, che spero di riuscire a concludere nei prossimi mesi. Attualmente quindi lavoro e al tempo stesso studio.

Nell’articolo del Biellese si dice anche che stai provando a realizzare tinture naturali con erbe e fiori. Vuoi spiegarci meglio le ragioni e gli obiettivi di questa tua sperimentazione? E come sta andando?

La mia famiglia alleva alpaca, un animale dal quale si ricava una fibra che già in natura è disponibile in natura in 22 colori differenti, che vanno dal bianco al nero passando per ogni tonalità immaginabile del grigio e del marrone. Vi è una variabilità di colorazioni molto maggiore rispetto alla lana di pecora, di colore tendenzialmente bianco sporco o, molto di rado, nero. Tingere, nel processo di lavorazione della lana di alpaca, non è di conseguenza una necessità per ottenere una discreta variabilità cromatica, ma quest’anno ho voluto sperimentare con la tintura naturale, ovvero quella realizzata a partire da pigmenti naturali oppure direttamente da erbe e fiori, per realizzare dei filati fantasia nei quali la bellezza del colore naturale dell’alpaca viene esaltata da delle fiamme di colore inserite durante il processo di filatura. Ho poi tinto delle matasse di filo per inserire alcuni filetti colorati in sciarpe e plaid, oltre che per realizzare dei set coordinati di filati fiammati e interamente tinti dedicati agli appassionati di lavorazione ai ferri e all’uncinetto.

Quello della tintura è stato anche un esperimento nato dalla volontà di portare il mio personale tocco nei prodotti proposti e creare uno spazio esclusivamente mio in azienda. Ammetto di essere soddisfatta dei risultati ottenuti: ho sperimentato diversi metodi di tintura naturale, da quella nei vasi solari a partire da un estratto realizzato con le bucce di cipolla tenute da parte durante tutto l’anno, ai bagni di colore ottenuti dalla robbia e dal legno di campeggio, fino ad arrivare ad ottenere diverse sfumature di blu utilizzando l’indaco. Il mio obiettivo attualmente è quello, oltre che di perfezionare la mia tecnica e di sperimentare con altri metodi di tintura, di arrivare ad ottenere un perfetto equilibrio fra i colori della lana di alpaca e quelli ottenuti usando i coloranti naturali.

Già al Liceo tu a scuola avevi risultati eccellenti e nel frattempo partecipavi a progetti e all’attività di famiglia. Non ti pesa mai tutto questo?

A dirla tutta avere una vasta gamma di attività da svolgere è estremamente motivante e, soprattutto, mi permette di concentrarmi al meglio su ognuna di esse. Si tratta di un circolo virtuoso: il lavoro mi permette di concentrarmi meglio sullo studio e lo studio mi permette di concentrarmi meglio sul lavoro. Più ho da fare e più riesco a fare, in quanto ogni attività finisce per rappresentare una pausa dalle altre e un’occasione per ricaricarsi al meglio, oltre che per non annoiarsi mai.

Il mondo degli animali e la ricerca di un rapporto equilibrato con la natura erano temi verso cui eri già animata da una vera passione. Puoi provare a spiegarcela?

Quando i miei genitori hanno acquistato i primi alpaca nel 2009 non avevo ancora compiuto 5 anni. Posso quindi dire di aver trascorso più di tre quarti della mia vita a stretto contatto con gli animali e di essere cresciuta sempre circondata da queste simpatiche creature pelose. Oltre a ciò i miei nonni avevano un grande orto in cui coltivavano frutta e verdura per tutta la famiglia. Nel momento in cui i miei nonni non sono più riusciti ad occuparsi dell’orto abbiamo unito all’attività di allevamento anche quella di coltivazione, ampliando e applicando delle migliorie agli appezzamenti inizialmente destinati a questo scopo. I frutti del raccolto sono destinati al nostro autoconsumo e, in piccola parte, alla vendita diretta. Queste due esperienze che hanno caratterizzato il mio stile di vita fin da giovanissima mi hanno portata a riflettere sul rapporto simbiotico che può e deve esistere fra la natura e l’uomo e che si sta progressivamente perdendo: vivere seguendo i ritmi della natura, oltre ad essere benefico per la nostra salute, rappresenta una scelta sostenibile anche dal punto di vista ambientale.

Abbiamo anche video su YouTube di una blogger canadese (https://youtu.be/vI8uPGgpwjs) dove tu, con i tuoi genitori, raccontate della nascita della vostra azienda familiare di allevamento di alpaca (il sito è https://www.alpacone.it/), produzione di lana e realizzazione di manufatti, spesso con apparecchi restaurati provenienti da vecchie industrie tessili. Nel video si capisce che la vostra è un’avventura molto particolare, nata un po’ per caso che ha imboccato a volte strade non programmate; anche per questo la raccontate sempre con un’aria molto divertita. E’ un percorso così fuori dagli schemi da essere unico e irripetibile o contiene al suo interno qualche cosa che sarebbe importante esportare anche in altre realtà?

Ciò che caratterizza il nostro percorso è il rimanere fedeli alle nostre origini e ai nostri valori e l’essere in grado di mantenere viva ed intatta la tradizione tessile biellese pur adattandola alle esigenze di una clientela che è inevitabilmente variata nel corso del tempo. Cerchiamo inoltre di metterci in discussione ogni giorno e di essere sempre pronti ad imparare e a migliorare.

La nostra peculiarità, che ritengo dovrebbe essere applicata anche ad altre realtà, è la scelta di rimanere piccoli e di non avere fretta nel crescere. Vi è una tendenza da parte delle aziende ad ampliarsi non appena ve ne sia la possibilità, acquisendo nuovi spazi e assumendo personale. Durante questo processo di ampliamento talvolta i valori fondanti dell’azienda si perdono di vista, con il rischio di distaccarsene talmente tanto da non sentirli più propri.

Un’ultima domanda. Avevi anche una passione per le lingue e la lettura. Tra scuola e lavoro riesci a trovare tempo per continuare a coltivare anche altri interessi?

Sempre seguendo la regola del “più ho da fare e più riesco a fare” mi risulta possibile coltivare tanti altri interessi. Per riuscire ad incastrare tutto le mie giornate cominciano prima delle 5 durante la bella stagione e fra le 5 e le 5:30 ora che è inverno. Svegliarmi presto mi permette di allenarmi e fare un po’ di yoga e/o meditazione prima di iniziare a svolgere ciò che ho da fare durante la giornata. Sempre la mattina presto riesco a dedicare almeno una mezz’ora allo studio personale, dedicandomi all’apprendimento delle lingue. Attualmente sto continuando ad imparare il tedesco e ho da poco ripreso in mano il francese, studiato alle scuole medie ma mai approfondito in modo particolare.

Anche la lettura trova il suo spazio occupando i tempi morti, grazie anche alla possibilità di leggere in digitale direttamente dallo smartphone.

Continuo inoltre a coltivare il mio interesse per il lievito madre, preparando prodotti da forno per la mia famiglia e per alcuni amici, e per bevande e cibi fermentati che, oltre ad avere proprietà benefiche per la salute e ad essere deliziosi, presentano una preparazione che mi dona sempre grandi soddisfazioni.

Grazie Ilaria. Un percorso interessante di cui seguiremo con piacere gli sviluppi