Abbiamo avuto il piacere di intervistare Alice, una ragazza del nostro liceo, ex allieva del Liceo delle Scienze Umane e neolaureata che ha frequentato il corso di comunicazione d’impresa e relazioni pubbliche in IULM a Milano.
Come sei arrivato a scegliere questo percorso? Hai sempre saputo che sarebbe stato questo, l’hai capito facendo un’esperienza particolare, ti ha aiutato il racconto di qualcuno o un’attività di orientamento?
All’inizio avevo le idee molto confuse, poi al terzo anno ho avuto la possibilità di svolgere un PCTO presso l’Ufficio delle pari opportunità della Provincia di Biella e lì ho potuto fare esperienza diretta nel campo della comunicazione, in quel caso pubblica, e ho capito che era ciò che volevo studiare e fare nella vita.
E adesso che hai finito cosa ne dici: è stata la scelta giusta? Perché?
Sì è stata la scelta giusta perché sono dove volevo essere, faccio quello che mi piace e l’università mi ha offerto numerose esperienze che altrimenti non avrei potuto fare.
Perché non hai deciso di studiare a Torino, la città del famoso pubblicitario Armando Testa?
Quando ho iniziato a studiare comunicazione non conoscevo molto a riguardo, come è normale che sia. Inoltre, il mondo della comunicazione è veramente vasto, tutti conoscono Armando Testa, ma a Milano si trovano centinaia di agenzie importanti quanto, oppure anche più, di quella di Armando Testa. Al tempo mi basavo sullo stereotipo, che in fondo è vero, che il mondo della comunicazione si trova a Milano perché una città più sinergica. Non smentisco però che abbiamo collaborato anche con alcune agenzie torinesi che si occupavano di FIAT, Lancia, ecc. però erano inferiori come numero.
A chi la consiglieresti e a chi la sconsiglieresti?
La consiglierei a chi è amante della comunicazione in tutte le sue sfaccettature, in particolar modo a chi vuole studiare la comunicazione da un punto di vista strategico, magari per chi non si sente in grado oppure non ha semplicemente piacere di creare concretamente un prodotto pubblicitario; in quel caso consiglierei il mio corso. Contrariamente invece se si volesse proprio creare la pubblicità consiglierei di più un corso parallelo al mio, oppure un corso di graphic design, qualcosa di più pratico. Il mio corso punta a creare, come si dice in gergo tecnico, degli account, ovvero la figura che all’interno di un’agenzia cura la relazione con il cliente o che in azienda lavora nell’ufficio marketing e delinea la strategia.
Cosa non ti era stato detto e sarebbe meglio sapere sul tuo percorso universitario?
Probabilmente la cosa che avrei voluto sapere è proprio la divisione tra parte creativa e parte strategica della comunicazione. Quando ho iniziato non sapevo ci fosse questa differenza, non che una limiti l’altra, ma semplicemente un percorso era più improntato su una o sull’altra.
E’ più semplice trovare lavoro al termine del percorso creativo o di quello teorico?
Forse il percorso creativo è un po’ più “giocabile” perché comunque una base di teoria si fa e in più c’è anche la pratica. Però per entrambi i casi ciò che fa davvero la differenza sono le proprie inclinazioni personali e abilità nel saper sfruttare nel modo corretto ciò che si è studiato.
Oggi si parla molto dei costi crescenti, specialmente quelli degli affitti. Nella tua sede universitaria questo problema era presente?
Io ho studiato a Milano, quindi questo, che era un tema caldo già quando ho iniziato, è rimasto forte e lo è tuttora. Io però ho abitato a Milano soltanto per un anno; c’era la pandemia e primo anno è stato tutto online, mentre nel secondo facevo la pendolare. L’ultimo anno ho deciso di andare in una residenza universitaria privata, sia per i contratti spesso non chiari degli appartamenti, che per il rincaro energetico. In più in residenza avevo compresi molti servizi, come: la palestra, una sala musica, delle aule studio, il campo da pallavolo o basket, ecc. Inoltre il bello della residenza è l’internazionalità, quando scendevo in cucina potevo assaporare i sapori di tutto il mondo e potevo migliorare il mio inglese.
E’ un percorso che richiede molti sacrifici? Si riesce a studiare ed avere del tempo per se stessi?
Come per tutte le università dipende dal periodo, durante le lezioni si può facilmente combinare svago e lezioni, perché sono in numero inferiore rispetto alle superiori. Inoltre nel mio corso non c’erano lezioni con l’obbligo di frequenza, quindi in base alle proprie esigenze si poteva decidere se andare o meno a lezione. Durante la sessione invece, bisogna dedicare più tempo allo studio e meno allo svago. Per questo non li considererei proprio sacrifici, più compromessi.
Il tuo titolo di studi a quali prospettive di lavoro apre? E tu in particolare a cosa punti? Ti sei posta degli obiettivi, ad esempio per i 30 anni?
Rispetto alle superiori, le mie idee dopo l’università sono più confuse per via delle innumerevoli possibilità che offre. Al momento non sono ancora in grado di sapere cosa vorrò fare tra 30 anni. Il mio futuro prossimo lo vedo in azienda, magari nel campo della comunicazione degli eventi, ma non escludo che in futuro io possa cambiare idea e decidere di lavorare in un altro ambito della comunicazione o in agenzia. È una laurea che ti permette di cambiare e di lavorare sempre in ambiti diversi.
C’è una grande differenza tra il lavorare in azienda oppure in un’agenzia di comunicazione?
La differenza principale è che l’agenzia ha molti clienti, tratta progetti tutti diversi e per questo si ha la possibilità di sperimentare di più, soprattutto se si è una persona che si annoia facilmente; perché ogni campagna è diversa e si può variare maggiormente, utilizzando linguaggi e strumenti differenti. Il lavoro in azienda invece si può definire un po’ più uniforme perchè bisogna creare tante campagne sempre per lo stesso “cliente” e per questo bisognerà cercare di mantenere la stessa brand identity, fatta di tono, linguaggio, ecc. poiché l’immagine comunicata deve rimanere fedele a se stessa.
E ora che hai finito di studiare, cosa hai deciso di fare, vorresti continuare con lo studio, trovare un lavoro?
La mia idea ora è stata quella di non continuare a studiare perché non ho le idee molto chiare e scegliere l’ambito in cui specializzarsi, come già detto, per me è molto difficile. Per questo ho preferito mettere direttamente in pratica ciò che ho studiato e da poco ho iniziato a lavorare nell’ufficio marketing di un’azienda.
Allora ti ringraziamo per averci dedicato il tuo tempo e ti auguriamo il meglio!
Aurora F.