Ho sempre saputo che questo sarebbe stato il mio percorso
Per la serie delle interviste fatte agli ex alunni del nostro liceo ecco quella fatta, in questi giorni, a Gioele Casalino, con il quale ci complimentiamo per l’ottimo risultato raggiunto.
Partiamo dalle domande base. In cosa ti sei laureato, con quale tesi e dove?
Mi sono laureato al Politecnico di Torino in ingegneria biomedica, purtroppo a noi biomedici non è richiesta una vera e propria tesi di laurea con discussione annessa, ma ci è soltanto richiesto di produrre una relazione sul tirocinio (obbligatorio per noi, a differenza di altri indirizzi) che svolgiamo durante il terzo anno; il titolo del mio progetto, non quindi della mia tesi, è “Ruolo dell’ingegnere biomedico nello sviluppo di soluzioni tecnologiche per ridurre il rischio clinico”; aggiungo che ho svolto questo tirocinio presso il Presidio Sanitario Cottolengo di Torino.
Come sei arrivato a scegliere questo percorso? Hai sempre saputo che sarebbe stato questo, l’hai capito facendo un’esperienza particolare o ti ha aiutato il racconto di qualcuno o un’attiva di orientamento?
La verità è che ho sempre saputo, fin dalle scuole medie, che questo sarebbe stato il mio percorso. Ero sicuro di voler diventare ingegnere biomedico.
E adesso che hai finito cosa ne dici: è stata la scelta giusta? Perché?
Ora che ho finito la triennale penso sia stata la scelta giusta perché mi rendo conto di essere affascinato da ciò che ho studiato e da ciò che sto tuttora studiando nella magistrale in “Strumentazione Biomedica”: mi piace l’idea di applicare i principi tipici dell’ingegneria all’ambito biomedico.
A chi la consiglieresti e a chi la sconsiglieresti?
Sicuramente consiglierei la mia facoltà ai ragazzi e alle ragazze che provano interesse per le materie scientifiche, a coloro che amano la scienza, la tecnologia e la medicina. Si tratta di un percorso triennale al Politecnico e, di conseguenza, di un percorso di studi molto impegnativo, per cui avere la mente “geniale” non sempre è sufficiente, ma serve applicazione; quindi, lo sconsiglierei a chi fa fatica a studiare tanto e con costanza. Ciò detto al primo anno materie come analisi, fisica e chimica vengono riprese dalle basi; dunque, si può arrivare da un qualsiasi indirizzo fatto al liceo, a patto che ci si metta sotto fin da subito.
Cosa non ti era stato detto e sarebbe meglio saper sul tuo percorso universitario?
Ciò che non mi era stato detto e che ho scoperto andando avanti è che purtroppo la quasi totalità dei primi due anni consiste nello studio di materie ingegneristiche, i corsi di indirizzo sono pochi e sono quasi tutti al terzo anno. Può sembrare scontato ma se credete di essere più affini al mondo medico, il consiglio è: fate medicina.
Oggi si parla molto dei costi crescenti, specialmente quelli degli affitti. Nella tua sede universitaria questo problema era presente?
Parlando per me, devo dire che sono riuscito a trovare un appartamento comodo e a basso costo, insieme ad altri miei ex compagni del liceo. In generale, per sentito dire, gli affitti a Torino non sono troppo alti, anche se stanno chiaramente salendo un po’ nell’ultimo periodo. Restano comunque più bassi di quelli in altri poli universitari.
E’ un percorso che richiede molti sacrifici? Si riesce a studiare ed avere del tempo per se stessi?
Come accennato prima, si tratta di un percorso impegnativo e che necessariamente richiede alcuni sacrifici. Per fare un esempio, nonostante la frequenza non sia obbligatoria, è bene riuscire ad andare alla maggior parte delle lezioni perché diventa difficile riguardarsi alcune cose per conto proprio senza la spiegazione dei professori. Ciò non significa che con la giusta organizzazione non si riesca a trovare un buon equilibrio tra tempo sui libri e tempo per svagarsi e rilassarsi.
Il tuo titolo di studi a quali prospettive di lavoro apre?
Il titolo che ho conseguito apre a diverse prospettive lavorative, non solo in ambito biomedicale, che è in continua espansione ed evoluzione, ma anche in generale nel settore industriale. Come detto in precedenza, nei primi anni vengono fornite basi di meccanica, elettronica, termodinamica, e quindi si è pronti a ricoprire un qualsiasi ruolo “ingegneristico” in azienda.
E tu in particolare a cosa punti?
Il mio sogno sarebbe quello di diventare “specialist product”, ovvero quella figura che aiuta il medico e il personale sanitario a fare un uso ottimale delle nuove tecnologie, per esempio l’ingegnere di sala che assiste all’intervento di impianto di un pacemaker piuttosto che di una protesi, per accertarsi che tutto proceda nel modo giusto.
Ringraziamo Gioele per il suo tempo e gli auguriamo un “in bocca al lupo” per il suo futuro.
Sabrina I.