Andrea, un’estate da animatore sul Lago di Garda, ci racconta un’esperienza ricca di soddisfazioni
Oggi abbiamo intervistato Andrea Millepezzi, 4D, che quest’estate ha scelto, invece di fare la solita vacanza, di trovarsi un lavoro. Si è messo alla ricerca e alla fine ha trovato un posto come animatore, per quasi tre mesi, in un villaggio turistico sul Lago di Garda.
Parliamo della tua scelta.
Perché questa decisione?
La decisione è nata da una sfida con me stesso. A gennaio ho iniziato a pensare a quello che avrei potuto fare durante l’estate, volevo fare qualcosa di diverso, così è nata l’idea di fare l’animatore in un villaggio turistico.
Hai fatto tutto da solo o qualcuno ti ha aiutato?
Per me è una grande soddisfazione poter dire che è stato tutto merito mio! Non è stato semplice, non tutte le agenzie di animazione prendono minorenni. Però questo era il bello, mi elettrizzava, le cose semplici sono alla portata di tutti d’altronde. Così mi sono messo in gioco, ho scritto il mio curriculum (niente di particolare) e ho iniziato a mandarlo ad ogni annuncio online che vedevo. Da lì sono iniziati i videocolloqui e alla fine mi hanno preso in quel villaggio.
Quali erano le tue mansioni e quali i turni di lavoro?
È difficile parlare dei turni di lavoro, perché non erano dei turni precisi, dipendevano dai giorni e dalle attività che bisognava preparare. Quando si finiva un’attività si correva subito ad aiutare gli altri animatori, c’era sempre qualcosa da fare e tutti erano a disposizione di tutti. La sveglia era alle 8:30, alle 9 si faceva colazione tutti insieme e alle 9:30 bisognava essere pronti e in divisa per la preparazione delle attività del giorno. In genere finivamo per mezzogiorno e mezzo e rincominciavamo verso le 3, tranne nei giorni in cui bisognava fare le prove per i musical, nei quali iniziavamo all’1:30. La parte pomeridiana andava fino alle 6:30. Dopodiché si passava alla fascia serale che andava in media dalle 8 fino anche alle 11:30/12.
Le mansioni si suddividevano tra quelle individuali e di gruppo. Per quanto riguarda le mansioni individuali, io ero il maestro di tennis e il torneista, ovvero mi occupavo tutti i giorni della scuola tennis e della preparazione dei tornei che andavano dal beach volley fino alla pallanuoto. Alle mie attività si aggiungevano quelle con gli altri animatori, dai balli per bambini e adulti fino ad arrivare agli eventi alla sera che erano davvero vari, schiuma party, musical, bingo, musica dal vivo e chi più ne ha più ne metta!
Quanti eravate nello staff?
Nello staff eravamo in nove e dormivamo tutti nello stesso appartamento. Potete immaginare la confusione al mattino per andare in bagno o farsi la doccia!
I rapporti con gli altri animatori e con i gestori del villaggio sono stati buoni?
Questo è stato un aspetto cruciale della mia esperienza. Solo vivendolo di persona mi sono reso conto di quanto sia importante il rapporto che si ha con chi lavora insieme a te in stagione. Non si tratta solamente degli altri animatori ma anche dei receptionists, dei camerieri, dei guardiani, dei manutentori e… Alla fine era una grande famiglia! Tutti nello stesso villaggio turistico per fare la stagione e portare lo stipendio a casa. Anche se talvolta non è stato semplice andare d’accordo con tutti, alla fine il mio rapporto con lo staff è stato buono e con alcuni colleghi ho stretto davvero una buona amicizia, perciò ci sentiamo ancora.
Tu fai il linguistico. La zona del lago di Garda è frequentata da tantissimi stranieri, quindi hai avuto occasione di fare molta esperienza con le lingue?
Assolutamente sì, nel mio villaggio la maggior parte dei clienti erano stranieri. Non mi sarei mai aspettato di parlare così tanto le lingue e questo mi ha aiutato moltissimo. Ho sempre avuto difficoltà nell’orale ma, essendo obbligato a parlarle tutti i giorni, alla fine è diventata una cosa abituale!
Ne è valsa la pena? Intendiamo sul piano economico sia su quello della crescita personale. Nel complesso lo consiglieresti?
Certamente! Credo che sia una delle esperienze migliori che un ragazzo delle superiori possa fare. In primo luogo, perché non richiede una spesa economica e questo non va a pesare sulla famiglia. Avevo vitto e alloggio e dunque il mio stipendio l’ho messo quasi tutto da parte. Ancora più importante, è un’esperienza che insegna tantissimo e da un sacco di soddisfazioni. Impari a convivere tutti i giorni con persone che non hai mai visto prima e diventi autonomo perché nessuno ti prepara nulla e sei padrone di te stesso. In più, essendo animatore, entri in contatto con moltissime persone, ciascuna con un’esperienza diversa e con una storia da raccontare. Ho conosciuto persone da tutto il mondo, dall’Olanda all’Irlanda, passando anche per l’America.
Bisogna essere consapevoli che non sarà un’esperienza semplice ma anche che più sarà difficile più l’orgoglio sarà grande al termine della stagione!
Grazie ad Andrea e buon ritorno a scuola