Intervista a quattro studentesse (in realtà a tre perché Aurora funge da intervistatrice)
Dal 17 al 25 giugno a Berlino si sono svolti gli Special Olympics World Games. Sono stati ben 7.000 gli atleti speciali provenienti da oltre 190 paesi, che hanno gareggiato in 26 sport. Tra i circa 20.000 volontari 4 ragazze della nostra scuola: Alice, Aurora, Lisa e Sara.
Chi siete?
Siamo, Alice, Aurora, Lisa e Sara e quest’anno siamo in 5D-E
Cosa avete fatto?
Alice: Siamo state volontarie agli special Olympics Games per l’edizione mondiale di Berlino. Abbiamo partecipato alla cerimonia di apertura e lavorato nella sezione “Fans in the Stand”, ci occupavamo di accompagnare i gruppi di spettatori nelle varie zone e di segnalare quali fossero i posti a loro riservati.
Come avete scoperto la possibilità di fare le volontarie a questo evento?
Sara: Abbiamo scoperto questa esperienza tramite Aurora che ha trovato le informazioni sui social. Ci è sembrato interessante dato che avevamo già tutte svolto volontariato agli Special Olympics a Biella e ci era piaciuto.
Perché avete deciso di partire?
Lisa: Ho deciso di partire perché mi è sembrata un’esperienza “insolita”, diversa dai classici soggiorni di studio all’estero o volontariato, inoltre mi permetteva di svolgere un’attività nuova con le mie amiche
Sara: Io ho deciso di partire perché a causa del covid non siamo riusciti a fare delle esperienze in Germania con la scuola; perciò, ho colto questa occasione
Cosa vi portate a casa/cosa avete imparato?
Alice: Mi porto a casa la splendida sensazione di fare parte di una stessa cosa nonostante le differenze. Ci si sentiva un gruppo non solo a Messe, ovvero lo “stadio” dove lavoravamo, ma nell’intera città di Berlino; infatti, grazie ai pass per i mezzi pubblici, era possibile riconoscere gli altri volontari facilmente; perciò, nell’incrociarsi ci si salutava come amici.
Lisa: Personalmente mi è piaciuto molto lavorare in questo ambito, sia perché, visto che gli atleti provenivano da ogni nazione, ho potuto fare pratica con le lingue che studio, ma anche perché ho scoperto un mondo dello sport diverso che mi ha insegnato rispetto, collaborazione e a non porsi limiti.
Sara: Da questa esperienza ho imparato a mettermi in gioco con più facilità e sono tornata a casa con più fiducia in me stessa e con la consapevolezza di poter affrontare qualunque situazione.
Consiglieresti l’esperienza? Hai qualche aneddoto da raccontare particolare?
Alice: La consiglierei molto. Partecipare a qualcosa di così grande, fare parte di quell’atmosfera, trovo che sia qualcosa di indimenticabile. Un aneddoto che vorrei raccontare è quello di quando io e Sara eravamo nella zona di riposo dei volontari, dove c’era tantissimo cibo e qualche gioco da fare; stavamo giocando a calcetto e a caso si sono aggiunti un signore dall’Arabia (che giocava con regole tutte sue) e una ragazza dalla Mongolia, che abbiamo poi scoperto avere 30 anni nonostante dimostrasse praticamente la nostra età.
Aurora: un bell’aneddoto riguarda l’ostello: una sera io e Lisa (come al solito) eravamo scese a cucinare la pasta, da buone italiane. In cucina c’erano due ragazzi che parlavano inglese, uno americano e uno che parlava di formaggio francese (pensavamo per l’appunto fosse francese); io e Lisa tutte tranquille abbiamo iniziato a cucinare, a parlare solo tra noi due, poi abbiamo sentito il presunto ragazzo francese parlare di formaggio italiano e dire che era meglio quello francese, per questo da buone italiane ci siamo sentite prese in causa e abbiamo detto di essere italiane. Il ragazzo «francese» si gira e ridendo ci dice che anche lui era italiano, Luca, un produttore musicale, da lì ce lo siamo fatto amico e gli abbiamo chiesto i migliori posti da visitare a Berlino.
Ora qualche informazione sui costi, vi chiederete, ma era tutto pagato?
No, abbiamo dovuto pagare l’alloggio e il volo, l’organizzazione però ci ha offerto pasti, mezzi di trasporto, e tanti tanti gadget (Alice é stata la più fortunata, le hanno dato 3 magliette al posto delle solite 2 ;) )
Aurora