Per gli studenti di quinta e di quarta L domani è il gran giorno, l’inizio, con la prima prova scritta di Italiano, degli Esami di Maturità. Pubblichiamo un tema, l’argomento era quello dei confini, scritto da una studentessa di quinta a maggio, durante l’ultima simulazione. Il titolo richiedeva una riflessione sul concetto di confine.

 

Le porte sono oggetti affascinanti e di straordinaria varietà. Esistono porte in legno, porte blindate, porte scorrevoli, porte antiche o nuove, chi più ne ha più ne metta.

Noi viviamo in un mondo di porte chiuse a chiave, ma come dobbiamo comportarci di fronte ad esse?

Solitamente, quando ci troviamo di fronte a una porta chiusa, la prima cosa che facciamo è bussare. Se possiamo alla porta di un amico è più facile che ci accolga subito dentro casa, ma se una persona che non conosciamo bene ad essere interrotta dal nostro “toc toc”, è possibile che non ci faccia proprio varcare la soglia della sua porta.

Alcune porte risultano invalicabili. Tutti quando eravamo piccoli avevamo impressa nella mente la porta di una certa stanza dove edificio alla quale c’era proibito l’accesso. Di fronte alla curiosità di vedere cosa celava quella porta, cominciavamo a immaginare cosa nascondesse. Immaginavamo oggetti interessanti mondi straordinari o talvolta, mostre terribili forse questa funzione si potrebbe associare alla siepe della poesia l’infinito di Giacomo Leopardi. La siepe infatti scatena la capacità di astrazione del poeta, portandolo ad immaginare gli infiniti metafisici al di là di essa.

Ovviamente i modi di aprire le porte sono tanti quante sono le innumerevoli varietà di questo tipo di serramento, di conseguenza alcune persone scelgono di bussare educatamente e altre decidono di buttare giù la porta con forza lasciando schegge appuntite di legno o vetro e talvolta ferendosi.

Infine ci sono le porte di casa nostra, queste le conosciamo bene: qual è intarsiata della cucina quella di legno scuro del bagno e così via.

Tuttavia, ognuno di noi ha in casa uno sgabuzzino buio che cela al suo interno l’ignoto nel quale abbiamo quasi paura di entrare. Per questo motivo questo sgabuzzino molte volte rimane chiuso e la sua chiave viene dimenticata in qualche angolo remoto dell’appartamento. Per superare la nostra paura del buio di quella stanza a volte è necessario che una persona ci aiuti a trovare la chiave, ci mostri l’interruttore della luce, ci aiuti a superare questo confine mentale che non ci rende in grado di aprire quella porta.

Eh già, tutte queste porte rappresentano i limiti e i confini della nostra realtà.

Se parliamo con un amico è possibile che ci dia accesso al suo mondo interiore più facilmente rispetto ad una persona che conosciamo appena, che può risultare più diffidente nei nostri confronti.

Le porte sfondate rappresentano i confini valicati con violenza durante le guerre di espansione a causa di una sete di territori e di potere implacabili. Queste conquiste spesso hanno comportato il saccheggio dei territori conquistati (schegge di legno o di vetro) e la perdita di molte vite (persona che si ferisce sfondando la porta). Queste azioni raramente implicano qualunque tipo di diplomazia rappresentata dal bussare alla porta.

Infine casa nostra rappresenta la nostra mente virgola che crediamo di conoscere bene punto pensiamo spesso a scelte che portano risultati sicuri (rappresentate dalle porte della cucina e del bagno menzionate precedentemente) e alle volte ci poniamo limiti che possono essere superati con l’aiuto di una persona che ci aiuta ad aprire lo sgabuzzino buio.

Per concludere, è sempre meglio risolvere i problemi e superare i limiti con prudenza e diplomazia. Bisogna rispettare la libertà individuale di ognuno, vale a dire i limiti che, se superati, andrebbero a intaccare la dimensione dell’individuo. D’altra parte, anche i limiti della nostra mente vanno superati con pazienza. Capo alla fine si può dire che è sempre meglio bussare prima di entrare.

CG