Un futuro a Parigi

Anche Benedetta Antonello, sempre della 5D, ha intenzione di proseguire i suoi studi in Francia, dedicandosi alla sua grande passione, il teatro. Ci ha parlato del suo sogno che diventerà realtà.

Sappiamo che tu per il prossimo anno hai fatto una scelta un po’ diversa dalle classiche università e ti dedicherai a un’attività che è tra le tue passioni, puoi parlarcene?

Ho deciso di proseguire col mio percorso teatrale e andare a studiare recitazione.

L’accademia si chiama “école d’art dramatique lucernaire” con sede a Parigi, il percorso di studi, che dura dai 2 ai 3 anni: ci sono lezioni che vanno dal mimo, alle tecniche di improvvisazione, canto e danza, analisi del testo, preparazione di un casting e molte altre.

La cosa interessante della scuola è che non solo forma gli attori/attrici ma, nel corso degli anni di formazione, propone già casting agli studenti per cercare già di indirizzarli nel mondo del lavoro nell’ambito teatrale.

Come hai scoperto questo percorso?

Per quanto riguarda il mio futuro l’anno scorso ho iniziato ad informarmi sulle varie scuole e accademie. Devo ammettere che è stata una ricerca molto lunga, sono passata dal dover scegliere tra 5 scuole per poi ridurle a 2 e a questo punto ho fatto ricerche molto approfondite su entrambe.

Dopo aver contattato molti ex alunni ho preso la scelta… andare a Parigi!

Perché in Francia? Non esistono scelte simili in Italia?

All’inizio avevo preso in considerazione l’idea di restare in Italia, poi però ho ragionato e, senza nulla togliere ai fantastici attori italiani che ci sono, ho realizzato che il teatro in Italia non viene considerato come un vero e proprio lavoro.

O sei quell’uno su un milione che raggiunge la fama oppure non porta molto purtroppo.

Al contrario la Francia prende la carriera teatrale molto più sul serio. Certo, ci sono ovunque persone che non lo considerano un lavoro, ma rispetto all’Italia in Francia si può dire siano un passo in avanti.

Quando sono state le selezioni e quali prove hai dovuto affrontare?

Ho dovuto fare un’audizione formata da una prima parte di colloquio con il direttore della scuola e parte del corpo docenti, e una seconda parte dove ho dovuto recitare un monologo di 3 minuti. Il tutto si è svolto a Parigi, ovviamente in francese.

La parte di colloquio è stata molto tranquilla, l’agitazione si sentiva nella mia voce ma dopo pochi minuti mi sono sentita a mio agio anche coi docenti che facevano l’intervista.

Mi hanno posto le solite domande quindi mi hanno chiesto come mai ho deciso di proseguire col teatro, perché nella loro scuola e, sapendo che ero italiana, mi hanno chiesto anche loro come mai proprio in Francia.

Il monologo che ho scelto si chiama “cow pills” ed è tratto da “ferite a morte” di Serena Dandini.

Finita l’audizione, che tra colloquio e monologo è durata circa 20 minuti, mi sono sentita di essere nel posto giusto. Anche se non mi avessero presa sarei comunque stata orgogliosa di me stessa, per aver messo in gioco tutto e aver provato, e, soprattutto, per quello che mi hanno detto una volta terminata l’intervista, ovvero che anche se non mi avessero presa mi avrebbero comunque ricordata perché non tutti avrebbero avuto il coraggio di prendere un aereo, mettere tutto in discussione e provare; di questo vado molto fiera.

Evidentemente vorresti che il teatro oltre che essere un pezzo del tuo presente occupasse anche una parte importante del tuo futuro: qual è il tuo sogno?

Il mio percorso teatrale è iniziato 11 anni fa grazie ai miei genitori che, per cercare di farmi uscire dalla mia comfort zone, mi hanno iscritta ad un corso di teatro.

All’inizio ero molto contraria all’idea ma, al termine del mio primo anno di corso non vedevo l’ora di riprendere e per 11 anni il teatro è stato il momento più bello e che aspettavo con ansia della mia settimana.

Da sempre ho sempre saputo che il teatro sarebbe diventato una parte importante della mia vita e del mio percorso di crescita, è stato il mio passato e il mio presente e nel profondo ho sempre saputo che sarebbe stato il mio futuro, in un modo o nell’altro.

In terza media avrei già voluto iscrivermi ad un liceo coreutico teatrale poi per vari motivi non sono riuscita e, ad essere sincera, sono felice di non essere riuscita ad andare perché il percorso che ho fatto finora mi ha portato a raggiungere, in parte, il mio obiettivo.

Ho continuato il mio percorso di teatro con Opificio dell’arte, a Biella, e a quel corso devo davvero tutto.

Quello che spero per il mio futuro è continuare a provare quella sensazione di libertà che sento quando sono sul palco. Spero di continuare a provare la gioia di quando ero bambina, spero di continuare a provare la stessa euforia che ho provato la prima volta che sono salita sul palco.

LC