Se vi dicono che il 65% dei bambini che oggi fanno prima elementare da grande farà un mestiere che ancora non esiste non credeteci, è una bufala, ma…

Cercando su Internet e ho scoperto che, tra quelli che parlano di cosa succederà nei prossimi anni nel mondo delle professioni, c’è una storia che ha molto successo: secondo questa narrazione il 65% dei bambini che oggi frequenta la prima elementare da grande farà un lavoro che ancora non esiste.  E’ un’idea ghiotta e quindi la citano un po’ da tutti: stampa, agenzie del lavoro, centri di formazione e uomini politici la vendono come una certezza, richiamandosi anche ad una fonte importante, il World economic forum di Davos.

La verità è che neppure il dott. Strange degli Avengers sa come andrà il lavoro tra 15 – 20 anni. Ci vorrebbe una sfera di cristallo e quella ancora non l’abbiamo.

In Italia la fonte più affidabile è probabilmente il programma “Excelsior” promosso da Unioncamere, che monitora mese per mese cosa succede nel mondo della ricerca di figure professionali da parte delle aziende analizzando un mare di dati forniti dalle aziende stesse e da tutte le attività realtà produttive, ma le sue stime, che fornisce sempre ipotizzando due scenari, uno ottimista e uno pessimista (come dire che una stima precisa è impossibile), non vanno oltre i tre – cinque anni.

Ma…

Ma la maggior parte degli studenti che fanno il liceo entrerà nel mondo del lavoro tra più di tre anni.

E allora? Se tutto è così incerto come si fa a scegliere la strada giusta per il proprio futuro?

Beh, anche se la storia del 65% per cento dei lavori che non esistono è una bufala tutti, ma proprio tutti, sono d’accordo che nel mondo del lavoro stiamo assistendo ad una trasformazione epocale. Ad esempio, l’aumento dell’automazione e dell’intelligenza artificiale potranno portare a una riduzione dei posti di lavoro in alcuni settori, ma potrebbero anche creare nuove opportunità in altri. Inoltre, il cambiamento climatico potrebbe influire su alcuni ambiti, come l’agricoltura, mentre la digitalizzazione potrebbe aumentare la domanda di competenze in questo settore.

Per un ragazzo che guardi verso il suo futuro e voglia scegliere quale strada imboccare l’importante è non farsi spaventare e considerare che dentro ogni periodo di trasformazione si nascondono sì dei rischi, ma anche delle opportunità. In sostanza l’avvento delle nuove tecnologie, gli sviluppi della ricerca, le sfide del cambiamento climatico non si limitano a ridurre le possibilità di trovare la propria strada in alcuni settori, ma aprono anche a nuove vie stimolanti e molto interessanti.

Abbiamo cercato persone che avessero delle competenze per aiutarci a ragionare su tutto questo. Abbiamo cercato persone che lavorano nel campo della formazione e si occupano della progettazione di nuovi percorsi finalizzati proprio a preparare le figure professionali del futuro, con un’attenzione alo sviluppo di competenze in parte diverse da quelle del passato. Ma abbiamo cercato anche persone che lavorassero in alcuni settori innovativi o si occupassero di ricerca.

Con loro proviamo a dare uno sguardo al futuro che ci attende per capire meglio quali strade per noi possono essere non solo stimolanti, ma anche promettenti e quali errori sono da evitare nelle scelte per chi ha una prospettiva di entrare nel mondo del lavoro.

M