Un’interessante tesi sui diritti delle donne in Afghanistan

Continuiamo con la nostra serie di interviste ai neolaureati che negli anni hanno frequentato come noi il liceo di Cossato. Oggi è il turno di Rebecca Napoli, ex-alunna dell’indirizzo linguistico EsaBac, diplomata nel 2019, che ci ha brevemente raccontato la sua esperienza da universitaria.

Mi sono laureata a fine settembre all’Università degli Studi di Milano nella facoltà di Scienze Sociali per la Globalizzazione con una tesi di laurea intitolata “Le donne tra tutela e agency in contesti instabili: i limiti dell’intervento degli USA e dell’ONU e il ruolo della società civile in Afghanistan”, una tesi incentrata sulle opportunità di autodeterminazione delle donne afghane in collegamento ad una visione piuttosto critica delle politiche condotte dagli Stati Uniti e dall’Organizzazione delle Nazione Unite nel territorio afghano. La mia ricerca per la tesi di laurea si è, quindi, concentrata sui temi della cooperazione internazionale, sulla tutela dei diritti delle donne e sulle prospettive antropologiche e culturali collegate all’Afghanistan.

Come sei arrivato a scegliere questo percorso?

Sono sempre stata affascinata dalle dinamiche sociali, politiche e culturali che caratterizzano i vari paesi del mondo. Per questo motivo ho scelto di intraprendere il percorso di questa triennale che mi ha dato la possibilità di maturare delle conoscenze multidisciplinari (ambito giuridico, sociale, antropologico, economico, culturale e politico).

Quindi è come se avessi sempre avuto un’idea della mia strada che mi permettesse di intraprendere una carriera professionale nell’ambito sociale e/o politico.

Hai sempre saputo che sarebbe stato questo, l’hai capito facendo un’esperienza particolare, ti ha aiutato il racconto di qualcuno o un’attività di orientamento?

Questa mia scelta deriva inoltre da anni di volontariato in varie associazioni e Onlus che mi hanno permesso di accrescere in me un forte senso del dovere e di responsabilità verso il prossimo. Anche il liceo mi ha aiutata in questo: attraverso i progetti della scuola ho potuto partecipare a due scambi interculturali che mi hanno aiutata ad allargare le mie visioni del mondo e mi hanno fatto capire l’importanza di osservare sempre le cose da prospettive differenti.

E adesso che hai finito cosa ne dici: è stata la scelta giusta? Perché?

Adesso che sono laureata posso affermare con certezza che ho fatto la scelta giusta.

In un momento storico di globalizzazione crescente caratterizzato anche dalle forti disuguaglianze sociali causate dalla pandemia, so che l’ambito nel quale mi sono specializzata richiede figure professionali come la mia. Inoltre, durante il mio percorso universitario, ho avuto la possibilità di conoscere persone fantastiche e di potermi confrontare con docenti molto preparati.

A chi la consiglieresti e a chi la sconsiglieresti?

Consiglierei questa facoltà a quelle persone che non hanno paura di mettersi in discussione, che vogliono lottare per l’uguaglianza sociale e che sognano un mondo più giusto e onesto.

Cosa non ti era stato detto e sarebbe meglio sapere sul tuo percorso universitario?

Siccome durante il primo periodo dell’Università mi sono trovata spesso in difficoltà nel comprendere come funzionasse la struttura universitaria, credo sia utile e necessario organizzare più incontri in cui vengono definite tutte le dinamiche dell’Università (CFU, sessioni, esami, tasse).

Oggi si parla molto dei costi crescenti, specialmente quelli degli affitti. Nella tua sede universitaria questo problema era presente?

Milano è una delle città più costose d’Italia a livello di affitti e case. Fortunatamente l’Università degli Studi di Milano si adopera per fornire agli studenti e alle studentesse degli aiuti economici per fronteggiare (anche se parzialmente) questo grave problema.

Un mio consiglio per tutti i ragazzi che vorranno intraprendere il proprio percorso in questo ateneo e che sono preoccupati per i costi eccessivi, di informarsi per tempo (aprile/maggio) rispetto alle borse di studio e agli alloggi forniti dall’università.

E’ un percorso che richiede molti sacrifici? Si riesce a studiare ed avere del tempo per se stessi?

L’università può rappresentare una grande e importante opportunità per tutti coloro che hanno un obiettivo e che non hanno paura di impegnarsi per raggiungerlo. I sacrifici sono necessari, a mio parere, per poter raggiungere risultati ottimi, l’organizzazione e la determinazione per me sono state la chiave di una buona carriera universitaria.

Il tuo titolo di studi a quali prospettive di lavoro apre? E tu in particolare a cosa punti?

La mia laurea triennale mi permette di poter ambire a molti ruoli lavorativi: partendo dalle grandi organizzazioni non governative o ONG, come manager di esse o responsabile fundraising (una persona che è responsabile di ideare, gestire le politiche di fidelizzazione dei donatori per le ONG ma anche identificare le necessità dell’organizzazione a cui fa riferimento) fino alle piccole realtà territoriali (collaborazioni con il comune per creare delle politiche pubbliche e sociali).

In ogni caso, essendo una laurea triennale, si richiede solitamente una specializzazione magistrale. In questo momento, avendo ottenuto la qualifica di Dottoressa in Scienze Sociali, sto effettuando dei colloqui in varie associazioni e aziende che lavorano nel terzo settore, perché mi piacerebbe diventare progettista di politiche sociali e culturali oppure lavorare come consulente di tutela dei diritti umani e cooperazione internazionale in organizzazioni no profit.

 

LC