Abbiamo intervistato Kumareshan Mathushja, studentessa di 5C, volontaria della Croce Rossa Italiana, che ha scelto di diventare volontaria della Croce Rossa proprio nel difficile periodo del COVID.

Hai scelto questa forma di volontariato prima o dopo l’inizio dell’epidemia?

Dopo.

Quali sono le motivazioni di questa scelta?

Ho scelto di entrare in Croce Rossa per rendere il mio tempo libero utile. In un periodo in cui tutto il mondo era “down” a causa della pandemia, un periodo in cui il volontariato serviva davvero per vari fattori tra cui consegnare necessità di primo genere a persone vulnerabili o famiglie in quarantena, per sostenere le campagne di vaccinazione,… mi sembrava la giusta cosa da fare.

Hanno a che vedere anche con i tuoi progetti per il futuro?

Sì, certamente. Le skills come team building, time managing, problem solving e altre ancora che ho approcciato in CRI, essendo anche coordinatrice delle attività verso la gioventù, sono fondamentali nel mondo universitario e lavorativo; non solo, la CRI è anche un primo passo verso l’ambito universitario che io desidero affrontare.

Ogni esperienza ha i suoi lati negativi e i suoi lati positivi: puoi raccontarci un lato negativo e uno positivo?

Partirei dal negativo, fare volontariato in Croce Rossa non è sicuramente una passeggiata ma è un impegno serio che assumi consapevolmente, per il quale devi impegnarti costantemente; ne sono esempio quei momenti in cui sei lì perché vuoi ma anche quei momenti perchè devi, ribadisco è un impegno. Invece passando al positivo detto sinceramente trovarne uno è difficile, a mio parere ce ne sono diversi, in poche parole direi che in Croce Rossa costruisci una seconda famiglia.

Consiglieresti a dei giovani di svolgere un servizio di volontariato come il tuo?

Certamente si. Molti giovani durante l’età scolastica scelgono di entrare in Croce Rossa per una questione di crediti o per altri interessi simili. Ma la CRI è tutt’altro. Ci aiuta a proiettarci verso quella che è la vera realtà, ci aiuta ad uscire dal circolo scuola e sport in cui rimaniamo chiusi fin da piccoli e ci aiuta ad approcciarsi con chi realmente soffre, con chi ha realmente bisogno. Non solo, fin dall’età scolastica ci aiuta ad essere flessibili. Per chi non lo sapesse, io sono volontaria presso il comitato di Cossato, in cui il gruppo giovani è numeroso e attivo, quindi per chiunque voglia unirsi, consiglio il nostro comitato :)