Intervista e Elisa Parolin
Elisa Parolin è una ragazza di 25 anni che ha deciso di intraprendere una nuova esperienza. Lei è un’ex alunna del nostro Liceo, infatti ha frequentato lo scientifico e a ottobre di quest’anno si è laureata con ottimi voti in Medicina e Chirurgia a Padova.
A 14 anni ha conosciuto l’Operazione Mato Grosso facendo una raccolta viveri in parrocchia e poi ha proseguito nel fare oratorio alla Speranza di Cossato alle superiori. Durante l’università ha partecipato ai gruppi di carità tutte le settimane con i ragazzi dell’OMG di Padova, facendo sgomberi, traslochi, imbiancature, giardini, raccolte alimentari e di indumenti e ha trovato qui tanti amici e compagni di viaggio.
In questi anni ha vissuto tante esperienze e avventure, che ancora proseguono, come il campo raccolta arance che si terrà in Calabria questo Natale. Ma forse l’esperienza più grande che potrà affrontare sarà questo nuovo viaggio. Elisa partirà il 20 gennaio per 6 mesi come volontaria in Perù, a Tarapampa, un piccolo paese sulle Ande a circa 3000 metri di altezza.
Vivrà con una famiglia dell’Umbria che da alcuni anni segue le attività di missione, come l’ISPEC, in cui studiano ragazzi peruviani, l’aiuto ai poveri e l’oratorio. Lei farà l’accoglienza in parrocchia e girerà nelle comunità più isolate per portare viveri, medicine, indumenti, ma anche regalare tempo, attenzione e ascolto ai più poveri e agli anziani dimenticati.
Quando le ho chiesto cosa l’ha spinta a partire ha risposto: “Il desiderio della missione ce l’ho nel cuore fin da piccola grazie ai miei genitori, che mi raccontavano delle loro esperienze in Africa e America Latina. Sono grata della loro educazione, che mi ha insegnato a ricordarmi di chi è meno fortunato, sia in Italia che nel Terzo Mondo. Quando ho conosciuto l’Operazione Mato Grosso ho trovato un modo concreto per vivere alcuni valori: lavorare per i poveri con i giovani, criticare quello che non ci piace con i fatti e non con tante parole”. E infine Elisa aggiunge: “Sono molto contenta di aver trovato una seconda famiglia con persone care con cui sono cresciuta insieme e di poter partire per conoscere di persona le opere che da tanti anni sosteniamo, anche dopo che tanti amici sono stati in missione, ma soprattutto di poter regalare un po’ della mia vita provando a voler bene e fare la carità. Per me il messaggio più importante è ricordarci che abbiamo avuto in dono una vita bellissima e che tutti possiamo nel nostro piccolo fare qualcosa di concreto per fare del bene in questo mondo, vivendo con impegno, passione e sognando in grande”
G. B.