“A 12 anni ho capito che volevo fare lo scrittore“

Chissà perché la parola “scrittore” è sempre avvolta da un alone di mistero. Vi sarà capitato sicuramente, leggendo qualcosa, di domandarvi cosa mai fosse frullato nella testa all’autore, che aspetto avesse o come parlasse. Se i vostri interrogativi riguardavano Simone Tempia, mi spiace informarvi che il 12 febbraio vi siete persi un gran bell’incontro in diretta su Teams. L’autore di Vita con Lloyd ha catturato l’attenzione dei presenti, e non solo per la stravaganza dei suoi baffi all’insù.

Fin da piccolo lo scrittore ha sempre avuto le idee chiare, per questo 20 anni fa entrò a far parte del giornalino scolastico La Ragnatela. Ed eccolo ora, dall’altra parte, intervistato da quella che una volta fu la sua piccola rampa di lancio e che oggi ricorda ancora come quel posto felice dove scrivere e condividere con gli altri.

Definita da Simone Tempia “il veicolo più completo per comunicare”, la scrittura è sempre stata il suo sogno più grande e anche ora che è diventato un professionista la strada non termina certo qui, anzi prosegue sempre puntando verso sempre nuovi obiettivi.

Costanza e perseveranza sono state le parole chiave dell’incontro e bisogna dire che esse riflettono a pieno in ciò che fa: cinque giorni su sette infatti pubblica nuovi contenuti sulla sua pagina Facebook, ponendo riflessioni attraverso i due personaggi Lloyd e Sir.

Consigli? Leggere, leggere, leggere! Non per copiare od aspirare a scrivere come i grandi autori, ma per imparare e delineare il proprio stile e la propria firma.

Ultima cosa: continuare a provare. Non importa quante porte in faccia, quante poche possibilità o quanto alta sia la percentuale di suicidi tra scrittori (si, abbiamo parlato anche di questo all’intervista; sì, sono rimasta a bocca aperta pure io), perché se ci piace qualcosa è giusto prendersi il proprio tempo per provare.

Anna Colpo