Fotografia: passione e professione
“Se mi lascia un recapito telefonico la richiamo io in questi giorni”. Una voce appassionata e travolgente e una chiamata da 20 minuti, così è iniziato tutto. Lui che mi parlava di fotocamere e mi esponeva con voglia di fare i suoi progetti e la sua arte e io incredula che non riuscivo a capire se fosse vero o se me lo stessi immaginando. L’unica cosa che ricordo con chiarezza è stata la sua risposta affermativa al mio: “Le andrebbe bene il 29 gennaio?” Da lì, non c’erano dubbi: avremmo intervistato Sandro Santioli.
Nei giorni successivi seguirono scambi di messaggi e fotografie ai quali lui rispondeva più velocemente di quanto di solito faccia io sentendomi dire “è pronto!”. uesto per farvi capire quanto mi abbia stupita, prima ancora che come fotografo, come persona. Ci teneva che tutto fosse al proprio posto e dalla sua dinamicità traspariva un desiderio fortissimo di raccontare questa passione a cui ha dedicato la vita.
Arrivato il giorno dell’intervista, eravamo tutti carichi: lui era un vulcano, quasi come uno di quelli rappresentati nelle sue fotografie, mentre noi quattro intervistatrici, una squadra tutta al femminile, eravamo sicure che si sarebbe trattato di una delle interviste più belle che ci sarebbero state (oltre a sicure, eravate anche modeste, direte voi. Come biasimarci d’altronde?). Fatto sta che durante l’incontro Sandro Santioli ha parlato apertamente di sé e del suo percorso. Ci ha raccontato di come è diventato un grandissimo fotografo, nonostante i suoi studi, e di come funzionano questo lavoro e il mondo delle riviste, quali National Geographic, Geo, Bell’Italia e Bell’Europa. Ci ha voluto trasmettere con trasparenza tutto ciò che ha imparato durante gli anni, motivo per cui è una grande promoter di workshop, che organizza in tutto il Paese.
Consigli principali? Dedicarsi alle proprie passioni vivendole a pieno e non programmare troppo. Nella fotografia, come nella vita, bisogna lasciarsi stupire.
Anna Colpo