Abbiamo intervistato Matilde Bacco, 5B reduce dai campionati nazionali di atletica dove, nella specialità salto in lungo, ha conseguito un prestigioso ottavo posto.

Quando e perché hai deciso di iniziare questo sport?

Ho iniziato atletica a circa otto anni, principalmente perché una mia amica, che è la nipote del mio attuale allenatore, mi ha invitato a provare con lei. Per i primi anni praticavo in contemporanea anche ginnastica ritmica, mentre atletica era quasi una “seconda scelta”, ma poi pian piano mi sono appassionata. Ho iniziato a fare le prime gare, fino a che in prima media ho deciso di smettere ginnastica e di dedicarmi completamente a quello che sarebbe diventato il mio sport. Se inizialmente mi piaceva mettermi alla prova in tutte le specialità, andando avanti con gli anni ho capito che la mia strada era il salto in lungo, disciplina che mi ha portato ad avere molte soddisfazioni, tra cui negli ultimi tre anni le partecipazioni ai campionati italiani di categoria.

 

Con quale lunghezza/distanza ti sei classificata all’ottavo posto? Sei soddisfatta dei tuoi risultati?

Quest’anno, proprio durante gli italiani, il 19 settembre, in qualificazione per la finale del giorno successivo, sono riuscita a migliorare il mio precedente limite. Ho saltato 6.02 m (prima ero arrivata fino a 5.87m), misura che per molti motivi mi rende davvero felice! Finalmente sono riuscita a superare la fatidica “barriera dei 6m” e ho anche battuto il record under 20 della mia società; cos’altro potevo chiedere? In finale, forse provata dalle emozioni del giorno prima, mi sono classificata comunque ottava, saltando 5.82m. Certo, le aspettative forse erano altre, dopo la qualificazione, ma comunque, prima di saltare 6 m, il mio obiettivo era di rimanere nelle prime 8, e ci sono riuscita! Questo risultato mi ha piacevolmente stupita, perché non mi aspettavo di migliorarmi così tanto, ma comunque rende giustizia al lavoro che ho fatto.

 

Quanto e come ti sei allenata durante la quarantena?

Da casa mi sono allenata regolarmente nel mio giardino, che fortunatamente, essendo grande, mi ha permesso di concentrarmi sulla corsa e di esercitarmi su tutto, quasi come fossi al campo. Certo, mi sono dovuta arrangiare e reinventare, senza compagni di allenamento, ma la fatica in quei mesi si sentiva meno, era quasi piacevole. L’atletica era come una boccata d’aria: solo quando correvo ero davvero libera e potevo sfogare tutte le energie negative accumulate durante la reclusione. Con questo slancio ero più motivata del solito e forse mi sono allenata anche di più!

 

Hai intenzione di continuare anche dopo il liceo?

Sì, la mia prospettiva, salvo imprevisti, è di continuare anche all’università. Se servirà mi sposterò in un’altra città, ma comunque in questo momento non voglio rinunciare al mio sport. Oltre che svago e divertimento, per me l’atletica significa arricchimento e crescita, quindi, nonostante i sacrifici, che so saranno sempre più onerosi, voglio tentare di portare avanti questo impegno.